«La conquista dell’Europa League dell’Atalanta è stato un miracolo». Lo ha dichiarato il celebre Eraldo Pecci, centrocampista di Bologna, Torino, Fiorentina, Napoli e che ha vestito anche la maglia della Nazionale Italiana.
La squadra nerazzurra di Gian Piero Gasperini ha conquistato per la prima volta l’Europa League battendo con un secco 3-0 i tedeschi del Bayer Leverkusen con una tripletta del nigeriano Lookman. Una vittoria storica che premia un lavoro di più anni e un collettivo calcistico ammirevole.
D. Pecci, avrebbe immaginato la conquista dell’Europa League dell’Atalanta?
R. «Sono quei miracoli che ogni tanto si avverano. Possono esistere, anche se adesso è sempre più difficile perché si è alzata troppo l’asticella tra i grandi club e quelli meno grandi; quindi, sono veri miracoli quando l’Atalanta vince una coppa».
D. Secondo lei, a chi possiamo attribuire il merito? A Gasperini, Percassi o alla nuova proprietà?
R. «Nell’Atalanta c’è un lavoro di diversi anni e di un certo tipo. Sono stati molto, molto bravi. La differenza l’abbiamo vista anche nella partita. Il Bayer Leverkusen è una squadra forte e ha vinto il campionato in Germania. La partita è iniziata in maniera che nessuno aveva previsto e il suo allenatore si è sdraiato in panchina e aspettava gli eventi. Gasperini, invece, sapeva benissimo cosa fare».
D. Quali giocatori ritiene più determinanti per questa vittoria?
R. «Credo che sia un gruppo di buoni giocatori; ogni tanto il do di petto lo fa uno o l’altro e tutti sono in grado. Credo che Scamacca in questa stagione abbia fatto intuire che può diventare un cannoniere e che potrà risolvere i problemi della Nazionale».
D. Da dove è iniziato il percorso vincente dell’Atalanta?
R. «L’Atalanta sono dieci anni che acquista dei bravi giovani. Poi se ne intendono perché hanno un buon settore giovanile ed una struttura che è cresciuta. Acquista contando su buone possibilità economiche bravi giocatori e, se è il caso, li rivende anche, ma ne ricompra altri. È un percorso lungo, ma tutti gli anni sono stati bravi a rimanere sulla cresta dell’onda».
D. A parer suo, quali obiettivi potrà realizzare?
R. «L’Atalanta è sempre dalla parte sinistra della classifica del campionato e mi sembra che abbia già fatto il suo».
D. Ritiene che potrà vincere lo scudetto?
R. «Oggi è più difficile. Una volta un giocatore andava a giocare stabilmente in queste squadre; per esempio, Bulgarelli è stato tutta la vita nel Bologna, Juliano nel Napoli, Antognoni nella Fiorentina e ci sono stati tanti casi di questo tipo. Oggi quando un giocatore è molto bravo si fa più fatica a tenerlo perché ad un certo punto vuole andare via per vincere e perché guadagna di più. La differenza tra i grandi e i meno grandi è saltata e oggi fare la squadra e vincere lo scudetto è difficile se non sei la Juventus, Inter, Milan…».
D. Tra le squadre in cui ha militato, Bologna, Torino, Fiorentina e Napoli chi le ricorda l’Atalanta?
R. «L’Atalanta di oggi è un piccolo miracolo. Il Torino, per esempio, prima acquistò Castellini, l’anno dopo Claudio Sala, poi Pulici, poi Graziani e aveva la possibilità di fare miglioramenti perché i costi erano diversi rispetto ad oggi. Non saprei a chi possiamo paragonare l’Atalanta. Certo Bergamo non è una grande città ma ha una squadra che con il lavoro può competere con tutti».