Nominati patrimonio dell’umanità UNESCO nel 2021, i portici sono l’elemento caratterizzante del tessuto urbano della città e snodandosi per ben 62km, di cui 42km nel centro storico, rendono Bologna unica al mondo. Questi spazi coperti, che nascono e rimangono tuttora di proprietà privata ma a uso pubblico, hanno svolto fin dalle origini un’importante funzione sociale e comunitaria e, anche per questo motivo, sono stati riproposti nell’edilizia cittadina dal XII secolo fino ai giorni nostri, creando uno straordinario catalogo di forme architettoniche. Parti per una passeggiata lungo otto secoli di storia!
I portici hanno origine nell’Alto Medioevo come proiezione abusiva di edifici privati sul suolo pubblico al fine di aumentarne lo spazio interno. Inizialmente si costruiscono semplici sporti in legno, talvolta sorretti da mensole dette beccadelli: ne è un esempio la 1 Casa Schiavina in via Clavature. In seguito, per evitare crolli, sarà necessario aggiungere delle colonne di sostegno dal basso: nascono così i portici. Riparo dalle intemperie e dal sole, questo espediente architettonico permette l’espansione delle attività commerciali e rende più abitabili i pianterreni. La sua utilità viene riconosciuta anche dal Comune, che in uno Statuto del 1288 rende obbligatoria la presenza del portico nelle nuove case e impone di aggiungerlo ai fabbricati già esistenti. In centro storico è ancora possibile ammirare alcuni antichi portici lignei, come quelli duecenteschi di 2 Casa Isolani in Strada Maggiore e di 3 Casa Grassi in via Marsala; oppure quelli delle 4 Case Seracchioli, esempio di abitazione gotica a due piani all’inizio di via Santo Stefano. Poco distante, svettano invece le ampie volte a crociera della 5 Loggia della Mercanzia, capolavoro dell’architettura tardogotica e centro nevralgico del commercio fin dal XIV secolo. Nonostante la legge imponga per il portico un’altezza di almeno 7 piedi bolognesi (2,66 m) per permettere il transito di un uomo a cavallo, non è raro trovare, specialmente nelle zone popolari, portici dalla semplice struttura architravata e con altezze decisamente inferiori: ne sono esempio i portici residenziali di 6 via Santa Caterina.
Il Portico delle Tre Frecce Se davanti a Casa Isolani vedete un passante col naso all’insù, non vi sorprendete: sta cercando le famose tre frecce conficcate tra le travi del portico. Secondo la leggenda un marito geloso assoldò tre arcieri per assassinare la moglie adultera: la bella nobildonna però apparve nuda alla finestra, e i sicari, distratti, mancarono il bersaglio. È più probabile, tuttavia, che le frecce siano state collocate “per burla” durante i restauri del 1877.