Oggi alla Camera è stato commemorato Silvio Berlusconi dopo essere già stato commemorato al Senato.
Silvio Berlusconi, politico, imprenditore, quattro volte premier e leader di Forza Italia, come ricordiamo, è venuto a mancare lunedì 12 giugno all’età di 86 anni.
A dieci giorni dalla scomparsa l’on. Stefano Fassina già viceministro dell’economia e delle finanze ci rilascia una sua testimonianza.

D. Come giudica l’esperienza politico-imprenditoriale di Silvio Berlusconi?
R. «Come imprenditore, è stato indubbiamente un innovatore, in un settore fortemente dipendente dalla regolazione politica. Ha interpretato una sorta di aziendalismo amorale. E rimangono ombre molto scure sulle sue fortune finanziarie iniziali». 

D. Può descriverci brevemente il cambiamento apportato da Berlusconi alla politica italiana?
R. «Berlusconi nel ’93 ha accelerato la legittimazione della destra e definito le condizioni per un’alleanza tra settori sociali lontani. Sul versante elettorale, non politico e non di cultura politica ha re-inventato la DC». 

D. Quali sono stati, a suo avviso, i criteri principali della sua azione politica?
R. «I suoi interessi aziendali sono stati sempre prioritari. Identificava le norme ad aziendam e ad personam non soltanto legittime, ma necessarie a difendere l’interesse generale di cui si sentiva incarnazione. Una visione proprietaria dello Stato e della cosa pubblica».

D. Berlusconi si definiva un liberale. Il suo ideale politico, secondo lei, rispecchiava veramente la sua identità?
R. «No. Non c’è dubbio che Berlusconi abbia interpretato in Italia la fase neo-liberista trionfante in tutto l’occidente. La crociate contro le tasse, in uno Stato super-indebitato, ha preso la strada facile e già larghissimamente praticata dell’evasione fiscale. Ha interpretato il neo-liberismo in chiave amorale, come ricordavo, con una sorta di anarco-liberismo».

D. A suo avviso, Berlusconi, in definitiva, ha compiuto davvero una “rivoluzione” liberale in questo paese?
R. «No. Nessuna rivoluzione. Soltanto un ulteriore indebolimento del nostro storicamente scarso senso civico». 

D. A suo parere, come è cambiata la politica italiana durante la sua gestione rispetto agli anni precedenti?
R. «La cosidetta Seconda Repubblica, a causa delle modalità di esecuzione della Prima, è stata segnata da un generale e profondo impoverimento della politica e delle sue classi dirigenti. Berlusconi, ha anticipato l’affermazione dei populismi». 

D. La sua vita politica è stata contrassegnata da vicende giudiziarie continue. Qual è la sua valutazione in merito?
«Le risultanze dei processi sono note. Ritengo che la mia parte politica abbia sbagliato a scegliere il terreno della giustizia per combattere Berlusconi ed il Berlusconismo».

D. Secondo il suo punto di vista, i successori di Berlusconi appaiono in grado di sostituirlo degnamente ai vertici di Forza Italia?
R. «No. Berlusconi è insostituibile. È comunque la sua morte fisica ha seguito la sua morte politica». 

D. Quale prospettiva politica manterrà Forza Italia dopo la sua morte?
R. «Mi pare difficile possa sopravvivere come partito significativo. Ma non soltanto perché non c’è più Silvio, ma perché, insisto, siamo in un’altra fase politica dove guida la destra identitaria. La sua Forza Italia era già un piccolo partito».