Il responso dell’ultima tornata elettorale politica ha consegnato il paese al centro destra. Sconfitto il PD che, comunque, rimane il secondo partito. Sorprende il Movimento 5 Stelle che ha registrato un recupero assai notevole.
Di questo, sostanzialmente, abbiamo parlato con l’on. Maria Grazia Rocchi.

D. Come giudica questa vittoria del centro destra e l’affermazione di Fratelli d’Italia quale primo partito?
R.«Temo che, nonostante le rassicurazioni della leader di Fratelli d’Italia, l’esito di questa tornata elettorale ci consegni un governo di destra conservatrice e sovranista. Solo il tempo ci potrà dire  cosa prevarrà, la storia e le passate dichiarazioni dell’on. Meloni o il confronto con la realtà e la necessità di mantenere e rafforzare la nostra collocazione  europea.
L’affermazione di Fratelli d’Italia, accompagnata dal crollo verticale della Lega e di Forza Italia, rende ancora più forte il timore di arretramenti significativi anche sul piano dei diritti civili faticosamente conquistati o dei tentativi di stravolgere la carta costituzionale. Anche qui sarà il tempo a mostrare il vero volto di questa destra.
Mi auguro che ogni timore, per altro ragionevole, viste le passate manifestazioni e vicinanze della destra italiana, si rilevi non fondato e non si vogliano creare fratture sociali. Ricordo che questa destra vince  e conquista una salda maggioranza parlamentare, ma non ha la maggioranza nel Paese.
Voglio sperare che anche la destra abbia a cuore la salute della democrazia di questo paese, democrazia che si nutre della responsabilità di chi governa e del diritto di manifestare le proprie posizioni di contrarietà  dentro e fuori dal Parlamento».

D. Cosa dobbiamo aspettarci dal nuovo Governo? E cosa maggiormente la preoccupa?
R. «Con tutta probabilità il Presidente della Repubblica affiderà alla leader di Fratelli d’Italia l’incarico di formare un Governo. Ma ad oggi non è dato di sapere quali equilibri si formeranno, chi sarà posto a presidiare ambiti di estrema complessità quali economia e finanze, politica estera e comunitaria, difesa.
So però che dovrà da subito affrontare nodi cruciali per il futuro di questo paese. Dovrà predisporre in tempi record una nuova legge di bilancio, affrontare il tema delle fonti energetiche, portare avanti i dossier aperti e relativi all’ampio ventaglio di riforme che sono la condizione essenziale per accedere ai fondi del PNRR, dovrà operare in un contesto internazionale permeato da drammatici scenari di guerra. Tutto ciò sarà attuato in continuità con il Governo Draghi o si vorrà evidenziare una rottura? Il confronto con la realtà sarà durissimo». 

D. Cosa pensa dell’insuccesso ottenuto dal PD considerato il grande sconfitto? Ritiene che abbia pagato caramente la non alleanza con il terzo polo e il Movimento 5 stelle?
R. «Non credo che, in questo momento sia importante discutere su chi ha perso di più. Però sento fortissima l’urgenza di interrogarmi sul deludente risultato elettorale del PD. Difficile poterlo sintetizzare in poche righe. Penso che il declino dei consensi  sia collegato ad un declino di proposta politica che parte da lontano. E’ difficile portare avanti con credibilità e convinzione un progetto politico quando la tua identità e fondamenti valoriali si sono sfumati tanto da non essere più riconoscibili da vasti settori della società che storicamente consideravano il Partito democratico una forza progressista attenta alla giustizia sociale, alla difesa dei diritti.
Da oltre 10 anni, con eccezione di brevi pause, il PD  ha sostenuto governi di coalizione. Si dice che perdeva le elezioni, ma al Governo c’erano sempre ministri PD.
E’ una verità in parte condizionata da emergenze che esigevano senso di responsabilità ma che, nel lungo periodo, hanno trasmesso la convinzione di una forza politica connaturata in un sistema di governo incapace di dare risposte di  sostanziale cambiamento.
E’ ovvio che  con una legge elettorale in parte maggioritaria, l’aritmetica elettorale premia le ampie coalizioni. Ma non è sicuro che una coalizione di “campo largo” avrebbe conquistato voti pari alla somma di quanto preso da PD, M5S e terzo polo. Di sicuro diversi seggi in più nella quota maggioritaria sarebbero scattati, ma non so se sarebbero stati tali da rovesciare il risultato elettorale.
Serve tempo per realizzare coalizioni convincenti non solo per vincere, ma anche per governare.
Questo vale anche per la destra. Anche qui il tempo ci mostrerà se e quando le evidenti divaricazioni tra FdI, Lega e FI creeranno fibrillazioni per il Governo».

D. Cosa ha spinto, secondo lei, il 15% circa degli italiani a sostenere il Movimento 5 Stelle?
R.«Semplifico un po’ ma penso che tanta parte del voto al M5S sia dovuta alla promessa di non modificare le norme sul  reddito di cittadinanza, che è stato visto come un ritorno alle origini del movimento. Comunque mi pare strano parlare di successo elettorale per un movimento che in 5 anni perde metà del propri voti».

D. Ritiene che la vittoria del centro destra abbia determinato il preludio di una nuova era politica?
R. «Non  so se possiamo parlare di una nuova era politica che, per essere tale, dovrebbe prevedere almeno nuovi assetti istituzionali. Guardi,  il tempo ci ha mostrato tante stelle ascese e rapidamente cadute. E’ l’altra faccia del “leaderismo” dei  partiti nostrani. Tanto si è parlato della parabola di Renzi, del M5S di Grillo, della Lega di Salvini».