“Come posso competere con lui?! Ma l’hai visto?! E’ così principesco”.
“Devi avere più fiducia in quello che hai da offrire!”.
Vallo a dire ad un Larch…
Al massimo ti risponde così…
“Che cos’ho da offrire? Esperienza nel rubare o nel saltare da un palazzo a un altro?”
Aladdin, un ragazzo di strada che ha imparato a sopravvivere rubando e ingannando, si ritrova a parlare col Genio della sua bassa autostima nelle vesti di principe. L’ha scelto lui, tra l’altro, di mascherarsi da regale per impressionare la principessa Jasmine di Agrabah.
Ma quando si ritrova nella situazione di poterlo fare fa dieci passi indietro per paura di non essere all’altezza del titolo che si è addossato.
Lo stesso Genio glielo dice…
“E’ il principe Alì che è arrivato fino alla porta…ma è Aladdin che la deve aprire”. E’ il copione dei Larch.
Questa pianta, il larice, è indicata per chi ha una bassa autostima di sé e non tenta nuove strade per paura di sbagliare. Percorre solo quelle che conosce… . E come le conosce lui quelle strade, nessuno.
Sì, perché i Larch variano da momenti di profonda disistima di sé (complesso di inferiorità) a momenti di idolatria di ciò che sanno fare (complesso di superiorità).
E’ naturale che una persona che, di base, non ha fiducia nelle proprie capacità sfoci in momenti di superiorità quando trova qualcosa in cui eccelle.
Larch aiuta proprio in questo: a valutarsi nella maniera più giusta possibile, senza sminuirsi né ergersi sopra gli altri. E, soprattutto, senza paragonarsi agli altri: il paragone viene automatico ai Larch e gli altri sono sempre più bravi di lui.
Infatti Aladdin si paragona subito al principe Anders, l’ennesimo pretendente per la principessa.
Nonostante le varie peripezie che il ragazzo deve affrontare, alla fine Jasmine lo sceglierà non per le capacità di impressionarla ma per le qualità di brav’uomo che rivela nel corso della storia.
Se non vi fosse chiara la dinamica dei Larch guardate la pianta. Il larice ha un tronco che tende a curvarsi, come se non riuscisse a stare eretto su sé stesso (incapace di rimanere saldo e bisogno di lavorare sul terzo chakra, che riguarda l’autostima).
E’ l’unica conifera che non rimane verde ma nemmeno perde le foglie: queste diventano gialle d’inverno, come se rinunciasse ad affrontare la “sfida invernale” e non avesse la forza di rimanere sempreverde.
Valerio Cerchiai – Floriterapeuta & Massaggiatore Sportivo 3382384847