Di questi tempi spesso mi sovviene quell’antico proverbio che mette in guardia chi lascia la via vecchia per la nuova, sapendo quel che lascia senza tuttavia avere idea di quello che trova… .
Io mi sento un po’ così, alla ricerca di una Via Nuova da percorrere con spensieratezza ed agilità, uscendo dal buio di questo tunnel che da quasi due anni ci tiene prigionieri, senza però sapere cosa potrò trovare lungo questa Via, e senza men che meno sapere cosa troverò una volta giunta al traguardo.
Incertezza, ecco la parola d’ordine che si è posta alla guida delle nostre giornate, un’insicurezza cronica su tutto quel che accadrà da qui a pochi istanti, e non dico a lungo raggio, spingendomi a pensare al futuro, dico invece nella quotidianità, incertezza in tutto quel che accade dalla sera alla mattina e dalla mattina alla sera.
E allora insicurezze, dubbi e precarietà ci invadono tenendoci tremendamente e tenacemente in pugno, impedendoci di muoverci e di pensare, attanagliati come siamo nella morsa dell’ansia e della preoccupazione, facendoci esitare nelle azioni e nelle parole, vacillare in un perenne tentennamento che allo stomaco fa peggio del mal di mare.
Lo scenario è dunque tristemente apocalittico, ma la vita continua, scorre, e le pagine volano via presto, una dopo l’altra, e di questi nostri giorni cosa resta? Cosa è giusto che resti e cosa veramente merita di restare?
Ora non si può certamente pensare “positivo”, uno perché i tempi certamente non invogliano e nei fatti non lo consentono, e due perché quella parola lì ormai è meglio non pronunciarla, anzi va proprio cancellata col nero dal vocabolario.
Ed il ritorno delle Regioni divise per colori ci fa anche cambiare quell’altrettanto antico proverbio “rosso di sera…”, bel tempo veramente si spera?