Era stato ricoverato presso il Cro di Aviano (Pordenone) a seguito di una disfunzione del sistema immunitario.
Noto giornalista Rai, approdò nel mondo politico con l’elezione a deputato del Parlamento Europeo nelle file del Partito Democratico alle elezioni del 6 e 7 giugno 2009.
L’amico e collega Marco Frittella, volto celebre del Tg1 e attualmente conduttore della trasmissione “Unomattina”, traccia un toccante e commosso ricordo dello scomparso.
D. Nell’esperienza di David Sassoli come si integrarono le due attività di giornalista e politico?
R. «Furono sempre due attività distinte. David Sassoli ha cominciato la sua carriera giornalistica da ragazzo e l’ha proseguita fino al 2009, quando fu eletto al Parlamento Europeo. Fece allora una precisa scelta di vita, chiuse con la stagione del giornalismo e aprì quella della politica. Io non credo che lui abbia mai pensato di ritornare indietro. Aveva fatto la sua scelta, che era quella politica, parlamentare e istituzionale. Ad essa è rimasto fedele in tutti questi dodici anni di militanza politica al Parlamento Europeo, che l’ha portato ad assumere la prestigiosa carica della presidenza di questo consesso».
D. Quali furono le motivazioni della sua scelta politica?
R.« David Sassoli era figlio degli anni Settanta, come me d’altra parte. La nostra generazione è cresciuta a metà tra il giornalismo e la politica. Suo padre era stato un partigiano cattolico, amico di Giorgio La Pira e a lungo direttore de “Il Popolo”, quotidiano della Democrazia Cristiana. David, quindi, aveva respirato un’aria che era il seme di giornalismo e di politica. In questa sua identità culturale giornalistica, politica e poi istituzionale stanno i motivi di tutte le sue scelte».
D. Secondo lei, quali sono state le caratteristiche inconfondibili della sua personalità?
R. «Innanzitutto David Sassoli era una persona molto gentile e questo l’abbiamo detto tutti perchè è la verità. Questa sua gentilezza non era formale. Aveva un grande rispetto per le persone che aveva davanti e per le loro idee, anche se non le condivideva. Questa sua indole di rispetto, che gli aveva insegnato il padre, per le altrui convinzioni gli ha consentito di fare bene il giornalista nel servizio pubblico, senza faziosità, essendo un convinto pluralista nell’animo. Cioè era una persona che sapeva cosa era il pluralismo e, da giornalista, nel servizio pubblico ha saputo raccontare i fatti in tutti i loro aspetti, dare la voce a tutti quelli che avevano diritto ad avere una voce pubblica, offrire tutti i punti di vista».
D. La sua esperienza nello scout quanto ebbe ad incidere nella sua formazione culturale e politica?
R. «Sull’esperienza di David Sassoli nello scoutismo non so un gran che. Ho conosciuto David alla fine degli anni Settanta nel Movimento Cattolico. Nei gruppi che lui frequentava c’erano molti che provenivano dall’AGESCI, tra cui il suo più caro amico, Paolo Giuntella, che era un ex scout. Immagino che quell’esperienza abbia influito molto, ma il nostro rapporto ha avuto inizio dopo, appunto nel Movimento Cattolico».
D. Quale immagine di cattolico è stato David Sassoli?
R. «L’immagine del cattolico democratico, sociale, e, quindi, esponente di un filone nobile, importante della storia politica e culturale dell’Italia, quella del Movimento Cattolico democratico, una storia che ha tante radici, che ha radici in Aldo Moro, delle quali si nutre lo stesso nostro Presidente della Repubblica Sergio Mattarella».
D. A consuntivo della sua esperienza politica può esprimere un parere complessivo?
R. «Noi del Tg1 perdiamo un collega e un amico di cui eravamo fieri. Era uno di noi arrivato ad avere responsabilità istituzionali così importanti come quella della presidenza del Parlamento Europeo. Penso inoltre che contemporaneamente la politica italiana e la politica europea perdono un protagonista appassionato, un uomo di valore, un uomo colto, un uomo consapevole, un uomo di grandi ideali e di cui oggi ci sarebbe veramente tanto bisogno. Il fatto che così prematuramente David ci ha lasciato rappresenta una grande perdita per il nostro paese e de per l’Unione europea».
D. Come gli piace ricordare David Sassoli alla luce di qualche aneddoto?
R. «A me piace ricordare David con il suo sorriso un po’ timido, ma sempre molto cordiale e franco con cui ci salutavamo e ci scambiavamo un po’ di riflessioni e anche di confidenze sulle nostre famiglie. Il ricordo che ho di David è proprio questo suo sorriso sempre così gentile».