Mons. Marian Eleganti OSB, vescovo ausiliare di Coira (Svizzera) e delegato per la Pastorale giovanile per la Svizzera tedesca ed il Ticino, intervistato da il Cittadino, ci parla del rapporto con la fede e papa Giovanni Paolo II.

D. Quale giudizio si può trarre a 100 anni dalla nascita di san Giovanni Paolo II?
R. Giovanni Paolo II era un profeta e una roccia forte. La sua biografia è impressionante, così come i suoi doni naturali (artistico-poetici e intellettuale-filosofici), soprannaturali e spirituali: la sua preghiera, la sua esperienza mistica e la sua capacità di soffrire, la sua visione di salvezza per tutto il mondo. Fin dall’inizio, Giovanni Paolo II ha sviluppato un grande dinamismo missionario. I suoi numerosi viaggi sono stati un fenomeno nuovo e hanno suscitato le critiche di molti piccoli spiriti che ci hanno ricordato il loro costo. Giovanni Paolo II non è stato un uomo che si è lasciato tenere prigioniero in Vaticano. Aveva in mente il mondo intero e, come Paolo, era sollecitato ad uscire costantemente. Anche per quanto riguarda la direzione della Curia questo ha comportato degli svantaggi. Giovanni Paolo II fu un grande predicatore del Vangelo: anche lui andò ai confini della terra e portò tutti i popoli con riverenza nel suo cuore. Questa centralità di Cristo per il rinnuovo del mondo doppiamo ritenere: Non c’è un rinnovo dell’umanità senza la mediazione singolare e esclusiva di Gesù Cristo.

D. Quali elementi del suo lungo pontificato si possono ancora riscontrare nella Chiesa di oggi?

R. Giovanni Paolo II era ispirato: La nuova evangelizzazione è stato il suo approccio alla riforma e naturalmente: lo zelo missionario! Con la prima Giornata Mondiale della Gioventù ha iniziato dove sta il futuro della Chiesa: con i giovani. Ciò che è emerso da questa prima e vera scintilla profetica come fuoco è tremendo e mi lascia ancora oggi senza parole: come un Papa abbia potuto innescare una tale attrazione e dinamica di crescita tra i giovani di tutto il mondo, anche in età avanzata e in estrema fragilità, è il suo segreto! Giovanni Paolo II ha fatto molte cose in modo diverso e in modo nuovo. Ha anche scritto poesie. Era molto più accessibile di qualsiasi altro Papa prima di lui. Era una grandezza d’animo a cui molti dei suoi avversari non si avvicinavano. Il tentativo di assassinio ha fatto capire a tutti che enormi forze si sono opposte a lui e avrebbero preferito eliminarlo. Non ha avuto successo. Giovanni Paolo II era profetico in molte cose. Fin dall’inizio si è concentrato sul rinnovamento del matrimonio e della famiglia, sviluppando e istituzionalizzando una teologia del corpo e dell’amore coniugale che si distingue in modo unico. Questo era totalmente profetico e oggi più necessario di tutto. Le sue encicliche sono di altissimo livello e di validità duratura: Familiaris consortio (l’importanza del modello tradizionale della famiglia); Fides et ratio (che la raggione non si oppone alla fede); Veritatis splendor (che c’è una verità contro il relativismo filosofico e morale); Evangelium vitae (contro una cultura di morte: aborto; methodi fatali e abusivi della medicina riproduttiva; suizidio assistito e eutanasia); Ecclesia de Eucaristia: la centralità di Cristo Eucaristico; Redemptoris Hominis: la singularità di Cristo incomparabile di tutto; Redemptoris Mater: L’importanza di Maria, anche per capire chi è la donna; Dives in Misericorida: La misercordia divina (non una inventazione del pontificato attuale). Le sue catechesi, soprattutto sul matrimonio (amore coniugale) e sulla famiglia, hanno un effetto altrettanto duraturo. Giovanni Paolo II ha sempre avuto il polso e sapeva di cosa aveva bisogno il nostro tempo. Egli stesso è stato la risposta di Dio alle loro sfide. Il suo potere radiante rimane intatto.

D. Come si configura il suo magistero e la sua visione politica?

R. Un’ideologia prevaleva sull’altra e ne travolgevano molte. Neanche la Chiesa è stata risparmiata. Molte cose non sono cambiate affatto in meglio dopo l’euforia del Concilio. Sì, a volte mi sono persino chiesto dove sia Cristo della sua Chiesa – lacerata da tante battaglie alari – rimane tangibile in Giovanni Paolo II. Ognuno – anche oggi – si riferisce con le proprie idee di riforma a Cristo: Ma le opinioni al riguardo non sono più compatibili. Giovanni Paolo II è stato per me una vera e propria luce splendente, una presa salda e un chiaro punto di riferimento. Mi ha dato la sensazione che la nave di Pietro fosse in buone mani. Ha smascherato le ideologie e ha portato i sistemi politici al loro collasso. Ha propagato instancabilmente una cultura della vita contro una proverbiale cultura della morte. I suoi insegnamenti, insieme al suo congeniale cardinale Ratzinger, davano un sicuro orientamento nelle questioni sociali e morali, ma erano in gran parte ignorati. Questo si vendicherà.

D. Cosa ci dice, invece, della sua santità?

R. Il suo grave morbo di Parkinson era, a mio avviso, una vera e propria kenosis. Doveva dare via la sua vitalità e la sua forza, diventando sempre più curvo. Quando ricordo la sua immagine nei miei ricordi all’inizio e alla fine del suo pontificato, sono scioccato. È anche dimostrato che quest’uomo aspirava alla santità e non ha mollato fino alla fine. La sua morte felice è impressionante quanto il suo lungo pontificato. Ha compiuto la sua missione, ha combattuto la buona battaglia ed è morto vittorioso. Tutto il mondo ha fatto un pellegrinaggio a Roma e ha voluto rivederlo e porgergli l’ultimo saluto. Durante tutto il suo pontificato è stato severamente criticato e spesso disprezzato. Aveva molti avversari. Ma al funerale e nelle settimane successive, in qualche modo, tutto è stato diverso: nessuno ha osato parlare o riferire di lui in modo indifferenziato e irrispettoso. Per me è stata un’esperienza molto impressionante come lo Spirito Santo possa cambiare l’umore nella chiesa e nel mondo in modo così completo che nessuno osa più resistergli.