«Niente sarà più come prima». Afferma Francesco Bosi, già deputato, senatore e sottosegretario al Ministero della Difesa.
Senatore Bosi di fronte ad una sciagura del genere…cosa pensa?
«Mia madre mi ha partorito in un rifugio, durante un bombardamento, a Piacenza nei primi di aprile del ’45, poi mentre ci trasferivamo in campagna un piccolo aereo ci ha mitragliato. Cito quei momenti non a caso ma perché oggi viviamo i peggiori giorni dopo quella guerra».
Pensa che i provvedimenti assunti fino ad oggi dal Governo italiano siano adeguati?
«Sicuramente se ci sono manchevolezze ed errori li considero inevitabili. Dico così perché, avendo passato una vita nelle Istituzioni, so che quanto è accaduto in due mesi, oltre che imprevedibile è stato rapidissimo. Il lavoro fatto è tanto è difficilissimo. C’è una fase di emergenza, prima sanitaria, poi sociale e infine economica. Dobbiamo essere grati a tutti quanti stanno lavorando per questo al rischio della propria vita. Credo che, dal dopo guerra, nessun governo abbia mai dovuto fare tanto».
Se tali provvedimenti fossero stati assunti diversi giorni prima, avremmo evitato qualche vittima? Perchè?
«Sul piano teorico certamente si. Ma i tempi che l’Italia ha seguito sono stati i più tempestivi in Europa. L’ho verificato anche personalmente quando rientrando da un giro in Europa ho trovato -era il 12 febbraio scorso- all’aeroporto il controllo con misurazione della temperatura. All’estero nulla di tutto questo. Anche per il “tutti a casa” siamo stati i primi. Non faccio il difensore del Governo, che non è certo il mio, ma perché sono contro le strumentalizzazioni di parte che, di fronte ad una tragedia come questa, fanno solo del male all’Italia».
La scienza medica sarà in grado di debellare il Codiv-19?
«In tutto il mondo gli scienziati sono al lavoro, tenendosi in costante contatto, per sconfiggere questa peste. Sono abbastanza fiducioso che sappiano trovare presto la cura adatta e poi il vaccino».
A parer suo, quale sarà l’epilogo di questa pandemia?
«Niente sarà più come prima. Dobbiamo essere tutti uniti in uno scenario completamente nuovo. Sarà indispensabile cambiare il nostro modo di vivere, ripartendo da zero, evitando i tanti errori che con la modernità abbiamo commesso».