Credo che sia proprio una deformazione professionale quello che mi ha spinto a diventare una “coach delle abitudini” seguendo corsi di formazione messi a disposizione da un’azienda americana che seguo ormai da diversi anni per soddisfare il mio obiettivo principale: STARE BENE A 360°.
Perché una deformazione professionale? Perché svolgere la professione di insegnante ha mille sfaccettature simili a quelle della coach delle abitudini. Per far fronte a tutte queste, in veste di maestra Alessandra, devo essere una persona comprensiva, intuitiva, affidabile e dotata di tatto; devo saper analizzare i bisogni di crescita, quelli cognitivi ed emotivi della classe, promuovere lo sviluppo della personalità dei singoli, e, in particolar modo, devo essere attenta alle inclinazioni di ciascuno.
Il compito di una insegnante è quello di fare da guida, trasmettere valori e modelli di comportamento. Di fronte alle difficoltà di una classe di bambini diversi per provenienza etnica, per carattere, per reazioni emotive, l’insegnante a 360° pensa in modo creativo ed è dotata di immaginazione, agisce per sviluppare e mettere in pratica nuove applicazioni e relazioni affinché l’apprendimento venga stimolato in relazione a quel determinato obiettivo. Inoltre individua i punti di forza e di debolezza di ciascuno e, con senso critico, fornisce approcci diversi per superare le difficoltà e i problemi. All’occorrenza, quindi, realizza percorsi di didattica integrativa o di recupero individualizzati. È una persona responsabile e spesso si trova di fronte problematiche del team che richiedono un supporto emotivo, soprattutto quando, in collaborazione con il personale specializzato, stabilisce i criteri di supporto per i singoli allievi in situazioni di difficoltà cognitiva.
Caspita, a dire il vero, ora che ho scritto tutto quello che, senza pensare, faccio ogni giorno in classe perché il mio operato abbia un benefico effetto, mi congratulo con me stessa… no scherzo!! Non voglio sembrare la “maestra superdotata”, non me ne vogliate, ma dobbiamo riconoscere che il mestiere dell’insegnante ha davvero mille sfaccettature, così concatenate tra loro che spesso si fondono e appaiono pochissime, di fronte a chi osserva da fuori. E nonostante tutto è un mestiere che entra nel sangue e, anche in meritato riposo, siamo sempre le MAESTRE.
Vi confesso, o forse lo sapete già, di aver iniziato a bazzicare nelle scuole non come MAESTRA DELLE ELEMENTARI ma come MAESTRA DI GINNASTICA con corsi di psicomotricità organizzati da vari Comuni di Pescia e zone limitrofe, anni ‘80/’90: ebbene sì, negli anni ‘80 ho frequentato l’università di Scienze Motorie che, con il vecchio ordinamento si chiamava ISEF ed ho conseguito la Laurea, che si chiamava “Diploma di Laurea”, con il mio libretto cartaceo dove erano scritti i voti di oltre 30 esami. In quegli anni ho avuto anche una mia palestra, in società con altri, e ho frequentato un Master, sempre gestito dall’ISEF di Firenze, per il perfezionamento di alcune caratteristiche della Laurea conseguita, che mi garantiva un ottimo inserimento lavorativo qualificato e remunerativo.
Ma analizziamo cosa significa avere una laurea in Scienze motorie. Mi è sempre piaciuto l’appellativo PROF che la nostra ex Preside Gesuele usava anche per noi insegnanti della primaria perché mi sono identificata in quel nome: io sono un’insegnante di Educazione Fisica a tutti gli effetti. Il mio obiettivo quando studiavo era quello di specializzarmi in traumatologia e riabilitazione: alle lezioni presso l’università che aveva sede a Campo di Marte ma anche a quelle presso Careggi, ero affascinata dalle proiezioni che i medici, fisioterapisti, insegnanti di ginnastica correttiva ci facevano vedere e che mettevano in mostra muscoli e tendini REALI per impararne l’ingresso nelle relative ossa e il loro funzionamento, una figata!, direbbero i miei allievi (termine che abbiamo deciso insieme di utilizzare per definire un lavoro appassionante fatto in classe- e per loro è “una figata” anche mettere le moltiplicazioni in colonna).
L’insegnante di educazione Fisica può prevenire e compensare gli svantaggi motori, analizzare le capacità fisiche di una persona per analizzare le necessarie attività motorie, costruire e applicare allenamenti differenziati in base al livello delle attività motorie e delle caratteristiche individuali, svolgere percorsi riabilitativi. Quando poi l’insegnante entra nella scuola ha un compito ben preciso: oltre a sviluppare e accompagnare la formazione delle capacità motorie dei ragazzi attraverso l’attività motoria deve poter curare anche lo stato psicofisico, mentale e sociale dell’individuo attraverso gli sport individuali, come l’atletica, o gli sport di squadra come il basket.
Per concludere questa carrellata di competenze personali, arrivano i corsi di formazione di LIFESTYLE, la ciliegina che mancava, che hanno coronato, confermato e dimostrato che è vera la massima latina delle Satire di Giovenale “MENS SANA IN CORPORE SANO”. Ho avuto la possibilità di frequentare corsi di formazione che l’azienda di nutrizione e benessere americana mi ha messo a disposizione, tenuti da medici italiani come il dott. Maurizio Casasco, Presidente della Federazione Medico Sportiva Italiana, grazie al quale l’azienda ha rinnovato la partnership con il CONI e gli atleti del Comitato Olimpico fino al 2026 e non finisce qui: l’azienda è sponsor ufficiale di Cristiano Ronaldo che ha dato il suo nome alla linea sportiva di integratori; del Trentino Volley, del San Dona Rugby, delle sportive olimpiche Arianna Arrigo, Arianna Fontana, Simona Quadarella, Rachele Bruni…insomma oltre 150 atleti che seguono insieme all’allenamento un programma nutrizionale specifico.
E dopo Casasco, il grande JIM ROHN, per finire in bellezza, che ho avuto il privilegio di conoscere quando ancora era in vita. Le sue frasi, alcune delle quali sono attaccate sul mio frigorifero in mezzo alle calamite dei posti visitati, mi accompagnano nei momenti di crisi. ve ne citerò alcune che sono quelle che cerco di inoltrare nei “database” dei miei figli e dei miei alunni perché fanno parte della vita vissuta o ancora da vivere, da leggere senza fermarsi, fino alla fine, ogni giorno per caricarsi: “La vita è regolare la nostra bussola interna: a mano a mano che acquisiamo esperienza, impariamo ad affrontare le sfide, ad evitare pericoli e a riconoscere opportunità che prima sembravano invisibili“. Scegliere di progettare la propria vita significa allineare il proprio lavoro, i VALORI e le proprie passioni per creare un viaggio profondamente significativo. Prenditi un momento per abbracciare il POTERE DELLA GRATITUDINE. Trasforma ciò che impari in passi avanti significativi, mettendo in pratica le informazioni acquisite per guardare poi la tua vita/crescita VOLARE. LA TUA RISORSA PIU’ GRANDE SEI TU! Vai avanti finchè i tuoi sogni non saranno realizzati, non importa quanto lungo o faticoso possa sembrare il viaggio. Sposta la tua attenzione dal perseguire il successo a diventare la persona che lo attrae.
Abbraccia il potere del cambiamento verso il tuo successo futuro, il meglio di te sta aspettando. PRENDITI UN MOMENTO OGGI PER APPREZZARE IL TUO CORPO! Siamo stati progettati per prendere ciò che ci viene dato e trasformarlo in qualcosa di straordinario….”. Potrei continuare e continuare e continuare ma termino con due domande che spesso mi faccio e rivolgo anche alle persone che insieme a me seguono lo stesso percorso:
QUAL E’ LA TUA PASSIONE? COSA TI FA ALZARE DAL LETTO LA MATTINA?
Fermati, leggi, pensa e scrivi le risposte. Non sarà facile ma basta cominciare. E quando sarai pronto comincerai ad inserire una alla volta una nuova abitudine salutare, un passo alla volta, e continuerai a praticare l’abitudine fino a che non diventerà automatica, non sentirai più la fatica: il tuo corpo ti ringrazierà, la tua mente sarà più serena, il tuo vivere la vita cambierà a tuo piacere. (Atomic Habits-James Clear) Alessandra, Coach delle Abitudini.