“A settembre una famiglia con due o tre figli rischia di non mangiare. La spesa per libri di testo, l’abbonamento ai trasporti, il corredo scolastico. Difficoltà enormi”
Ehh sì, ammettiamolo, educare un figlio è un lungo viaggio che inizia, per alcuni, nei primi mesi di vita e ti accompagna fino all’età adulta.
Questo percorso, costellato dai suoi momenti di crescita e di apprendimento, comporta anche un significativo impegno economico per le famiglie, che devono barcamenarsi tra i costi richiesti dall’istruzione formale e le spese aggiuntive, che accompagnano lo sviluppo e gli interessi dei loro figli.
Ho cercato sul web informazioni da condividere con voi lettori riportando qualche cifra , giusto per fare un calcolo approssimativo del sacrificio economico che ogni famiglia italiana si trova ad affrontare per l’educazione scolastica dei propri figli. Ciò è reso ancora più difficoltoso soprattutto se gli si vogliono fornire tutte le nuove competenze necessarie che andranno a facilitare il suo ingresso in un mercato del lavoro in continua evoluzione e sempre più competitivo.
Secondo la ricerca, educare un figlio in Italia, dal nido fino all’università comporta una spesa stimata tra i 53 e i 700 mila euro.
Ma partiamo dalla prima tappa, 3-6 anni: inizia la scuola dell’infanzia. Questo livello di istruzione, pur non essendo obbligatorio, è fortemente raccomandato per favorire lo sviluppo sociale e cognitivo dei bambini.
Le scuole pubbliche offrono spesso questo servizio gratuitamente o con un contributo modico, basato sul reddito della famiglia. Nella scelta ci sono anche le scuole dell’infanzia private che presentano una gamma più ampia di tariffe, che possono oscillare significativamente in relazione alle strutture e ai programmi offerti, raggiungendo in alcuni casi cifre considerevoli, partendo dalle 150 € al mese a salire.
Proseguendo nel percorso scolastico arriviamo alla scuola primaria e successivamente la scuola secondaria di primo grado, che rappresentano le tappe successive dell’obbligo scolastico. Ecco che le spese qui iniziano a diventare più evidenti: il materiale didattico, i libri di testo, il trasporto del pulmino, il servizio di pre-scuola e post-scuola richiesto dai genitori per esigenze di lavoro, le gite scolastiche e le uniformi (in alcune scuole) contribuiscono a incrementare il bilancio annuale dedicato all’istruzione.
Anche se le istituzioni pubbliche mantengono basse le rette scolastiche, le famiglie possono aspettarsi di spendere dai 500 ai 1.000 euro annui per ciascun bambino, solo relativamente a libri e corredo scolastico (zaini, astucci, quaderni, penne, matite, diari, album da disegno e via di seguito), senza tenere di conto delle attività extra e delle specifiche necessità didattiche.
Ed arriviamo ad una classe di un Istituto superiore, un liceo ad esempio. Secondo uno studio di Federconsumatori, studiare in Italia costa fino a 1.362,30€ all’anno per uno studente delle superiori e il costo dei libri obbligatori è cresciuto del 18% rispetto al 2023.
Tutto questo nonostante l’articolo 34 della Costituzione, il quale garantisce il diritto allo studio a ciascun studente “anche se privo di mezzi”. Importi questi, che risultano proibitivi per molte famiglie, a cui si aggiungono i costi ancor più onerosi da sostenere per l’acquisto di un pc, dei programmi e dei dispositivi necessari per un utilizzo didattico di tale strumento, divenuto ormai imprescindibile.
Dallo studio effettuato dall’Osservatorio Nazionale Federconsumatori emerge, infatti, che tra computer, webcam, microfono, antivirus e programmi base, una famiglia spende da 369,88 euro a 3.756,98 euro. E nelle famiglie numerose? Ovviamente sono cifre alte, che diventano purtroppo ancora più alte per le famiglie con più figli. E’ comprensibile che costi così elevati incidono significativamente sul diritto allo studio dei ragazzi, così come avvenuto tristemente durante il lockdown, per gli alunni non in possesso di una connessione o dei dispositivi necessari per seguire le lezioni.
Come si può risparmiare sulle spese scolastiche annuali? Relativamente ai libri molte famiglie ricorrono al riutilizzo del materiale degli anni passati, se l’adozione dell’anno in corso prevede gli stessi libri dell’anno precedente, oppure si rivolgono all’usato per i testi scolastici.
Acquistando i libri usati presso il negozio o sulle piattaforme online abilitate, si può arrivare a risparmiare oltre il 24%.
Per sostenere questo tipo di spese, sono state disposte diverse misure, a livello comunale e regionale, sotto forma di bonus e borse di studio. A livello nazionale sono stati disposti alcuni bonus e agevolazioni per l’istruzione e la formazione come:
– La Carta Cultura Giovani: destinata a chi compie 18 anni, purché l’ISEE del nucleo familiare sia inferiore a 35.000 euro.
– La Carta del Merito: legata ai risultati conseguiti dallo studente e destinata solo a coloro che si diplomano entro i 19 anni con una votazione di 100 o 100 e lode.
– La Carta Giovani Nazionale: un’iniziativa governativa che si rivolge ai cittadini italiani ed europei residenti in Italia di età compresa tra 18 e 35 anni compiuti. Consente di ottenere sconti e agevolazioni su attività culturali, negozi, trasporti, ristorazione e alloggio anche nei paesi europei aderenti al circuito.
Altra cosa da tener presente è rappresentata dalla possibilità delle spese detraibili come ad esempio le spese di iscrizione, dei servizi scolastici integrativi, per la mensa, per le gite scolastiche e per i corsi di lingua. Grazie a questa agevolazione, si possono risparmiare fino a 152€ a figlio sull’Irpef da pagare allo Stato. Questa detrazione va fatta valere nella dichiarazione dei redditi.
Una ulteriore agevolazione è quella prevista dalle borse di studio istituite con il “Fondo unico per il Diritto allo Studio“, una iniziativa del Ministero dell’Istruzione e del Merito per il contrasto alla dispersione scolastica e il potenziamento del Diritto allo Studio, dedicata agli studenti delle scuole secondarie di secondo grado con reddito basso.
Arrivati a questo punto e aver fatto a grandi linee il quadro della situazione, ribadiamo ancora il concetto che il DIRITTO ALLO STUDIO è uno dei diritti fondamentali ed inalienabili della persona, nonché principio sancito nel diritto internazionale dalla Dichiarazione universale dei diritti umani dell’ONU. In Italia, con la nostra Costituzione, all’articolo 34, si sancisce la possibilità di ogni studente di raggiungere i gradi più alti degli studi nonché il dovere della Repubblica a rendere effettivo questo diritto con borse di studio, assegni alle famiglie ed altre provvidenze da attribuire mediante concorso.
Cari genitori, anch’io come voi sono ancora attenta a quanto ho scritto, avendo ancora un figlio alla scuola superiore; lo sono ancora di più perché, da insegnante della scuola primaria, credo fermamente che ad ogni bambino di qualsiasi razza, religione e classe sociale venga offerta la possibilità di studiare e di camminare lungo i corridoi di una scuola, per tutto il tempo di cui ha bisogno per il raggiungimento dei propri obiettivi.
Attraverso l’istruzione l’uomo si rende libero perché è capace di comprendere, di prendere decisioni in autonomia sulle basi delle proprie conoscenze. La conoscenza e la competenza sono fondamentali per inserirsi nel mondo lavorativo e decidere quindi del proprio futuro. NON MOLLIAMO!
Alessandra Butelli