Home Varie da Pescia ITALO PIEROTTI Il Clima cambia e cambio anch’io, ma in peggio | Italo Pierotti

Il Clima cambia e cambio anch’io, ma in peggio | Italo Pierotti

Il clima cambia, bella scoperta, è sempre cambiato e di certo non è colpa né merito di alcuno. Cambio anch’io e di sicuro cambio in peggio.

Il mio livello di tolleranza si è drasticamente ridotto e sempre di più mi trovo a dover vedere situazioni insopportabili.

Il martellamento è continuo, su tutti i canali TV, (i giornali non li legge più nessuno), il cambiamento del clima non manca mai e naturalmente lasciano intendere sempre che è colpa nostra. 

Non è vero, ma non conta. Fa troppo comodo per finanziare ricerche e ricercatori farlocchi e imporre costosissimi obblighi, tipo le case foderate con la plastica o le auto che vanno con l’elettricità prodotta con la benzina o quelle con due motori.

Decisioni, dicono, prese in “Europa”, là dove volano valigette piene di euro, come farfalle a primavera e che noi poveracci chiamiamo tangenti.

Casomai il vero problema è l’inquinamento, ma di quello se ne parla sottovoce perché i maggiori produttori di inquinamento son proprio quelli (li chiamano lobby) che portano le valigette col dinero, nei palazzi di Bruxelles e non solo.

Le notizie son sempre manipolate e messe in risalto secondo convenienza o ordini, che poi son la stessa cosa. Ti fanno sentire in colpa se sbagli a mettere il cartone vuoto del latte nel bidone dei rifiuti e nessuno dà il giusto risalto al fatto che i maggiori inquinatori nel mondo con la famigerata CO2 sono: la Cina 31% delle emissioni totali, gli Stati Uniti con il 14%, India con l’8%, la Russia il 5% e, tanto per confrontare, l’Italia lo 0,9%. 

Stessa cosa per la plastica, in Africa, Indonesia, India, ecc. te la ritrovi in ogni luogo, tranquillamente bruciata in quantità impressionanti assieme alla spazzatura lungo le strade in città, campagne e spiagge, ma quello che preoccupa i benpensanti è il clima che cambia e che è sempre cambiato.

Mi pare di aver già detto che il mio livello di tolleranza si è drasticamente abbassato, infatti non passa giorno che notizie di casa nostra mi facciano venir voglia di fare un bel repulisti.

A Pioltello, che credo stia vicino Milano, quindi in Italia, un dirigente scolastico, che una volta si chiamava preside, e alcuni insegnanti, penso che si chiamino ancora così, hanno deciso che la loro scuola deve chiudere per alcuni giorni in ossequio alla festa islamica del Ramadan perché quasi la metà degli alunni pratica quella religione.

Premesso ritengo che ciascuno possa festeggiare o non festeggiare quello che gli pare e praticare la religione che ritiene più giusta o non praticarne affatto, mi domando se quel preside è stato messo lì perché aveva la preparazione giusta e il doveroso senso di responsabilità di uno che deve dirigere, o è stato tirato a sorte come si fa con la tombola e se quegli insegnanti hanno avuto l’incarico di insegnare o di adempiere ad una missione.

Se un dirigente non si rende nemmeno conto che l’atto che sta compiendo provocherà un macello mediatico e che è fuori anche da ogni regola di buonsenso, è persona pericolosa perché gli è affidata una scuola pubblica.

Se gli insegnanti sono convinti di avere il compito, non solo di insegnare matematica, italiano o storia, ma di adeguare i comportamenti, i programmi e i valori di tutti i loro alunni, alle regole di una religione praticata da parte di alcune delle loro famiglie, sono pericolosi, perché si attribuiscono poteri che nessuno ha loro concesso, con l’aggravante di rivolgersi ai ragazzi. 

La scuola pubblica in Italia è laica e presidi e insegnanti non sono missionari col compito di praticare “l’inclusione”, che va tanto di moda, alla rovescia.

Sono intollerante, già detto, e non voglio essere incluso. 

Non mi interessa se uno, bianco, rosso o turchino, indossa il chador, la kippah, il turbante o il cappello da cow-boy. Non mi interessa se uno in certi giorni fa il digiuno o si riempie di ciccia, se si cosparge di polvere rossa o si fa girare un pollo sopra la testa o si mette la cenere in capo.

Quello che non accetto è che si cerchi di piegare, distorcere, cancellare i principi, i valori, le tradizioni e le regole che costituiscono la nostra identità.

Se qualcuno, o perché comandato, o perché pagato, o perché mentalmente debole cerca di farlo, si accomodi negli Emirati Arabi o in Arabia Saudita dove potrà esercitare la vera democrazia.