Dall’anno scolastico 2023-2024, quello attuale, il curriculo in tutte le classi quarte elementari si è arricchito di due ore settimanali di Educazione Motoria. Per le classi quinte la disposizione è entrata in vigore lo scorso anno. Dopo anni e anni di attese, di rinvii, di progetti propedeutici e di sperimentazioni, talvolta ben fatte, entra ufficialmente a Scuola un Docente specializzato nell’insegnamento dell’abbiccì del movimento. Auspichiamo che per le prime tre classi non si debba attendere più di tanto perché una riforma completa non può escludere le bambine ed i bambini dai sei ai nove anni.
Tutto questo è accaduto ufficialmente a seguito di una legge dello Stato dopo un’attesa di oltre 130 anni, sì perché della materia se ne cominciò a discutere in modo serio e calzante proprio molti anni fa: ne parla Edmondo De Amicis nella sua opera letteraria “Amore e Ginnastica” (storia d’amore lontanissima anni luce dalle atmosfere di “Cuore”, addirittura non sembra nemmeno scritta dalla stessa persona! Un libro davvero bello che merita di essere letto). Era il 1892.
Fu Italo Calvino a rivalutare e a fare pubblicare di nuovo “Amore e Ginnastica”, racconto per anni ignorato dalla critica e dal pubblico: “Amore e Ginnastica, è probabilmente il più bello, certo il più ricco di humour, malizia, sensualità, acutezza psicologica che mai scrisse Edmondo De Amicis”.
Dal romanzo, nel 1973, fu tratto anche un film sufficientemente piacevole, con bravi attori.
Attraverso l’attività motoria e sportiva si acquisiscono competenze fisiche, mentali, e cognitive, indispensabili alla formazione ed alla crescita.
La ginnastica, che nel romanzo di De Amicis potrebbe apparire, ad una prima lettura, solo come la cornice alla storia d’amore dei protagonisti, si rivela lo studio approfondito da parte dell’Autore delle principali tematiche che alimentavano il dibattito pubblico in ambito ginnico di quegli anni, molto rilevante e degno di nota anche per la modernità delle tesi formulate dai suoi personaggi.
È affrontato l’argomento formazione, si parla di costruzione, di gettare le basi, di conoscenza particolare e profonda per poi trarre da essa sicuri benefici educativi. Si ha a che fare con le radici della pedagogia della motricità.
Nel romanzo, il dibattito avviato dalla maestra Maria Pedani, assoluta protagonista, sul significato dell’organizzazione sistematica della ginnastica improntata sul metodo scientifico, assume un valore culturale poi approfondito e valorizzato nel tempo, anche se con enorme ed incredibile lentezza. È inoltre rilevante, in particolare, per la modernità delle tesi e dei parallelismi a confronto con le idee fisse della maestra Pedani, vera missionaria della cultura motoria, decisamente avanti con i tempi.
“La prima nazione del mondo… sarà quella che avrà più salute, ossia, quella che farà più ginnastica. A questa scienza, dunque, … dovevano convergere tutti gli sforzi dei grandi ingegni, dei governi, della società intera; questa doveva essere messa in cima a tutte le scienze…”
Non è stato un percorso né semplice né agile né veloce. Proprio per questo è stata un’immensa e profonda soddisfazione avere raggiunto l’obiettivo.
Vittoriano Brizzi