In prossimità dei festeggiamenti del suo ottantesimo compleanno (27 febbraio ndr) abbiamo rivolto al cantante-attore Mal (Paul Bradley Couling) alcune domande.
Poco manca anche a festeggiare la sua permanenza sessantennale in Italia. Vi giunse a metà degli anni Sessanta e i primi successi non tardarono ad arrivare, non solo nell’ambito musicale ma anche in quello cinematografico. Nel corso degli anni si susseguirono perfino quattro partecipazioni al Festival di Sanremo e il trionfo con la canzone “Furia”.
D. Mal, da chi ha imparato la musica e a cantare?
R. «Da solo. Sono un’autodidatta».
D. Quali sono le ragioni che l’hanno indotta a stabilirsi in Italia?
R. «Ho iniziato a cantare agli inizi degli anni Sessanta, quando ancora vivevo in Gran Bretagna. Ho inciso cinque dischi in inglese prima di arrivare in Italia. Poi ho avuto la possibilità di avere un contratto di lavoro in Italia nel 1966 perché Gianni Boncompagni e Alberigo Crocetto, quest’ultimo proprietario del Piper, mi videro a Londra e mi invitarono a cantare al Piper Club di Roma. Da quell’anno non sono più tornato in Inghilterra».
D. Quali sono le sue caratteristiche artistiche che le hanno consentito successo e notorietà?
R. «Penso di avere una bella voce. Poi ho avuto la fortuna di piacere fisicamente a ragazzi e ragazze. Ciò mi ha dato una bella mano e un aspetto artistico».
D. Lei ha interpretato numerose canzoni. A quali autori si sente particolarmente legato?
R. «La prima canzone di successo fu “Yeeeeeeh!” del 1966 di Luigi Tenco e Sergio Bardotti. Forse questa è la canzone lancio della mia carriera».
D. Quale ruolo occupa la canzone “Furia” nei suoi successi?
R.«“Furia” è stata la canzone del mio repertorio che ha venduto più dischi. Non era un genere che mi apparteneva. Io cantavo canzoni un po’ diverse. Furia è stata un piccolo sbandamento rispetto al mio repertorio e al mio genere. Però non posso negare che è stata una canzone che ha venduto più dischi delle altre e posso dire che ne sono molto orgoglioso».
D. Qual è la sua canzone di maggior successo e quale quella di maggior soddisfazione personale?
R. «La canzone che mi ha dato maggiore soddisfazione è stata “Pensiero d’Amore” del 1969, la cui incisione ha venduto più di un milione di copie; mi ha anche permesso di prender parte al film omonimo “Pensiero d’Amore”. La canzone di maggior successo, come ripeto, è stata Furia».
D. Cosa la rende orgoglioso della sua carriera?
R. «Sono molto orgoglioso della mia carriera musicale. Ho girato il mondo. Ho cantato a Las Vegas, in Giappone, Australia, nell’America del nord e del sud, in Canada, in Iran al tempo dello Scià di Persia… Ho girato il mondo».
D. Avverte la mancanza della sua terra inglese?
R. «No, no. Ormai ho vissuto i due terzi della mia vita qui in Italia. Io mi sento più italiano. Ho anche la cittadinanza italiana. Ripeto, mi sento italiano. Ho la famiglia tutta italiana».
D. Lei è anche un appassionato di golf, vero?
R. «Vero. Sono presidente dell’Associazione Italiana Cantanti e Musicisti Golfisti. Con mio figlio giriamo l’Italia giocando a golf».
D. Come festeggerà il suo 80° compleanno?
R. «Tra qualche giorno compirò 80 anni. In questa occasione lancerò un nuovo lp, che si intitola “I’m still singing” (Io sto ancora cantando), con abbinato un libro in cui racconto la mia vita, la mia carriera, insomma una biografia da quando sono nato ad oggi. In questo lp ci sono dodici canzoni la cui metà l’ho scritte io».