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Di quando Andrea de’ Fanti de lo Vergaiolo fu lontanato per usare duro con certe femine | Fabrizio Mari

Da la terra de lo Vergaiolo, vicinia de la Pieve a Nievole, nacque uno giovane e bello e di buone misure e di ottima pasta e nero de li occhi e de’ capelli, a nome Andrea, il più giovane di que’ Fanti che han di molti quattrini e di più de’ Livi e de’ Cecchi e de’ Biondi messi tutti insieme, e che sono queste tre stirpi di que’ che massimamente han tutte le tasche piene come uova; il quale Andrea de’ Fanti avea d’assai amici e di buona vita e di sostanza cui piaceva sollazzarsi assai con le femine nelle terre acoste ad la Pieve a Nievole. […]

Non era lungi dall’abitazione lorvet [de’ Fanti] quella di una fanciulla ricca e di quattrini copiosi assai e uliveti, vigneti, arborativi et altre terre sparse per lo Vergaiolo et infine per quelle di Monte Summano e fin verso le terre di Pescia, che aveva di anni XXIII et era bionda di capelli et alta seppur in negli ultimi tempi si era di molto magrita, che i genitori suoi cercaro indarno che si nutrisse finché grassasse un pochino. […]

Andrea de’ Fanti non stiede però a spettare che grassasse, che un giorno, ambedue e giovani e belli, roncarono duro sur un poggiolo canto ad un ruscelletto che correva banda banda detta terra sovra detta de lo Vergaiolo.

Era possesso lorvet [de’ Fanti] uno de’ mulini che vi erano in detta terra e abitavavi una decente famiglia originaria della terra di Siena di que’ de’ Bartalini, i quali aveano una figliola nomata Azzurra, ché avea gli occhi de lo cielo nostro. Detta Azzurra, di anni XXIV e di gamba svelta e ghiottoncella parecchio, come dicono que’ de la terra di Pescia, un pomeriggio con il sole alto trovossi sola ginocchioni a pregare con sì devoto ardore l’immagine di Nostra Donna in nella margine ch’è ai lati di un boschetto di betulle. E passando di lì per caso il giovane Andrea, fu in un attimo che non appena se la vidde davanti prese a parlare con detta fanciulla e non sentendosi trappato affatto cominciò a levarsi le braghe di fronte a lei tutto preso da un ardore che sembrava una fiera avida di copula. E fu sì che li due giovani presero a roncare duro in nel mezzo di quel boschetto fino a che ambedue non svennero da lo magno sforzo che fecero. […]

Un giorno che il prode Andrea essendo in nella casa sua chiamò certi suoi amici che di contra stavano e quelli venuti tutta notte radunatisi famelicamente sentendo il presente Andrea che avea con lui certe femine ghiottoncelle parecchio, tutti presero a togliersi li loro indumenti, rugghiando duro con dette femine e rimanendo sempre tutta la notte e lo dì seguente nudi come Adamo. […] E questo andò avanti per più e più e giorni e notti.

Apresso ciò, alcuni di detta brigata un giorno se ne fuggirno a gambe leste, pur non sapendone la cagione se non quella di aver forse causato la pregnagione di molte di quelle femine ghiottoncelle. V’erano infatti stati mandati da lo podestà di detta terra di Pieve a Nievole alcuni de’ birri che mal sopportavano quelle pregnagioni causate e dal prode Andrea e de’ amici sua.

Non sapendo il da farsi, il vigoroso e duro Andrea senza temenza veruna entrò in uno letto che v’era in nella sua casa e s’andò a posare senza essere visto da coloro che se lo avessero veduto lo avrebbero mazzato siguro, con la sigurezza però di scampare a detto pericolo. […]

E siccome molte erano lorvet [le femine] che volentieri usavano con questi giovani che un giorno il potestà de la Pieve a Nievole, sentendo le maliziose voci de lo popolo e i birri, decise di mettere lo bando a tutti que’ giovani che usavano con le belle femine che giravano intorno a que’ giovani come fa l’ape con lo fiore o la zonza su lo sterco. […]

Et ne lo frattempo, di que’ de la brigata infamata di Andrea de’ Fanti stiedero giorni e più ne lo mulino suo, quando di que’ uno vidde venire ver sé una certa femina colla canestra in capo e che avanzava con leggero passo entrare in una vigna acosta ad un ruscelletto che correva nei dipressi di quella campagna aperta. La giovane, che non era di ferro né di diamante, assai agevolmente e prontamente si piegò a’ piaceri di lui, il quale, baciatala e abbracciatala più e più volte, lì in fra mezzo i fiori e foglie, lei sopra il suo petto pose e per lungo spazio con lei si trastullò agiatamente. […]

Et fu finalmente che ne lo giorno che fu a dì VI di luglio MCCCCXIII che lo podestà di detta terra di Pieve a Nievole bandì «chiunque dopo suonata compieta osasse spillaccherare o vero uccellare come in specie fa la brigata che è di quella così detta de’ Fanti e amici sua che usano duro con le femine di detta nostra terra de la Pieve a Nievole o comunque che se chiunque si fosse trovato usare o fare altre isconce cose con le mogli altrui che lo si prenda immantinente e lo si multi di soldi V e lo si conduca per notte una in nelle prigioni dietro lo palazzo de lo podestà di Pieve a Nievole».

Detta lettura de lo bando de lo podestà di questa terra fece divenire di que’ che erano amici amici di Andrea, ch’era il più giovane di que’ de’ Fanti, impauriti tutti, che volsero fuggire da la terra de la Pieve a Nievole. […]