Home CARLO PELLEGRINI L’intelligenza artificiale: ricerca e prospettive I intervista di Carlo Pellegrini

L’intelligenza artificiale: ricerca e prospettive I intervista di Carlo Pellegrini

Una continua evoluzione della ricerca informatica con le sue presunte e previste applicazioni pratiche suscita particolare attenzione e grandi perplessità.
Di questa materia “tenebrosa”, l’onorevole Andrea Casu, dottore in Scienze dell’Amministrazione, studioso del mondo informatico e, tra l’altro, autore del libro “Fare meglio con meno. Nudge per l’amministrazione digitale” (ed. FrancoAngeli), ci ha offerto uno spaccato accessibile e interessante.

D. L’intelligenza artificiale è uno degli argomenti più discussi di questi ultimi tempi. Qual è stata l’evoluzione dell’informatica che ha condotto all’intelligenza artificiale?
R. «Chi ha visto il film “Imitation Game” sul genio matematico inglese Alan Turing sa già qualcosa di fondamentale su uno dei padri dell’intelligenza artificiale. Durante la seconda guerra mondiale Turing salvò milioni di vite riuscendo senza nemmeno conoscere il tedesco a decriptare i messaggi dei nazisti costruendo una macchina in grado di farlo procedendo in termini probabilistici, partendo dai contenuti più ripetuti. Grazie allo straordinario sviluppo tecnologico in meno di un secolo abbiamo compiuto passi da gigante anche e soprattutto per le possibilità offerte dall’apprendimento automatico di sistemi sempre più in grado di simulare l’intelligenza umana migliorando in base agli stessi dati che utilizzano».

D. Cose si potrebbe definire l’intelligenza artificiale?
R. «ChatGPT, Bard, Bing, Galactica e tutte le chatbot che stiamo imparando a conoscere elaborano le risposte alle nostre domande inserendo dopo ogni parola quella che ha la più alta probabilità possibile di essere la seguente. Possono riuscire a fare un ottimo lavoro come incorrere in incredibili strafalcioni, le cosiddette “hallucinations”, in questo senso possiamo dire che simulano perfettamente le capacità e il comportamento del pensiero umano ma lo fanno procedendo in un modo completamente diverso. L’ intelligenza artificiale può utilmente integrare la nostra intelligenza, sulle torri di controllo degli aeroporti più trafficati come Fiumicino per permettere anche ad 80 aerei in un’ora di atterrare e decollare in piena sicurezza uomo e macchina devono necessariamente lavorare insieme, così se uno dei due sbaglia può subito intervenire l’altro. Quello che conta è mantenere sempre, come si dice, “Human in the loop”, il fattore umano deve sempre restare nel giro delle decisioni».

D. La sua evoluzione ha consentito risultati impensabili. Può parlarcene brevemente?
R. «Le applicazioni sono infinite, in una società iperconnessa dove la nostra vita si consuma in un continuum di spazi fisici e digitali, abbiamo costantemente a che fare con l’intelligenza artificiale, la maggior parte senza rendercene conto. Non solo quando interpelliamo Alexa o Siri ma ogni volta che apriamo i social network, guardiamo un film, ascoltiamo una canzone o apriamo google per una ricerca non siamo mai soli, l’intelligenza artificiale è sempre con noi. Ed è con chi minaccia la nostra sicurezza, sempre più cyber attacchi ricorrono all’intelligenza artificiale e al machine learning per cercare di bucare i sistemi più esposti. Per questo dobbiamo imparare a usarla al meglio anche per difenderci».

D. Le applicazioni delle tecniche informatiche quali conseguenze porteranno nel mondo del lavoro, nella società e negli stili di vita?
R. «Hanno già portato delle conseguenze, ma non abbiamo ancora le competenze per comprenderle fino in fondo. Avremo sempre più bisogno di professionalità in grado di capire e dialogare con l’intelligenza artificiale per integrarla positivamente nei nostri sistemi sociali, economici, produttivi e anche legislativi come ha dimostrato la vice Presidente della Camera Anna Ascani avviando il primo percorso di approfondimento di un Parlamento Europeo sui rischi e le potenzialità dello sviluppo dell’intelligenza artificiale. Per questo dobbiamo investire fin dalla scuola primaria sulle competenze digitali e sulla specializzazione nelle materie STEM (Science Technology Engineering and Mathematics), che vede l’Italia e soprattutto le donne in Italia in forte ritardo. Anche in ambito sanitario le potenzialità sono straordinarie ma sempre sapendo che per garantire la nostra salute e la nostra sicurezza intelligenza umana e artificiale devono integrarsi e niente potrà mai sostituire il valore dei nostri medici e del personale sanitario».

D. Quali saranno, invece, i vantaggi?
R. «Immensi se sapremo guidare questo processo e mettere l’Europa alla guida di questa nuova frontiera. Il Parlamento Europeo ha già approvato con relatore Brando Benifei il primo regolamento al mondo sull’intelligenza artificiale per garantire che l’ intelligenza artificiale sviluppata e utilizzata in Europa sia conforme con i diritti e i valori dell’Unione Europea, come ad esempio in materia di supervisione umana, sicurezza, privacy, trasparenza, non discriminazione e benessere sociale e ambientale. Adesso l’Europa deve essere protagonista e avviare al più presto anche un piano straordinario di investimenti per lo sviluppo di tecnologie di intelligenza artificiale nel rispetto dei limiti indicati per evitare che siano i paesi che non si riconoscono nei nostri stessi valori a guidarci alla scoperta di questo nuovo mondo. E l’Italia può avere un ruolo di avanguardia come sta dimostrando il Parlamento Italiano».

D. Il noto informatico Geoffrey Hinton si è congedato da Google in quanto assai preoccupato dei probabili sviluppi. Secondo lei, l’essere umano sarà in grado di poter condurre e coordinare i processi sempre evolutivi dell’intelligenza artificiale?
R. «Non solo Geoffrey Hinton. Lo stesso Sam Altman (Ceo di ChatGPT) in audizione al Senato Usa ci ha messo in guardia sul fatto che le cose si possono mettere “molto male” invocando regole ferree per l’ intelligenza artificiale così come ci sono per il nucleare. I rischi verso cui stiamo andando incontro virando da una visione debole dell’intelligenza artificiale a una versione forte, la cosiddetta intelligenza artificiale generale potenzialmente capace non solo di affiancarsi ma anche di sostituirsi all’intelligenza umana sono molto concreti. Siamo effettivamente a un bivio che per anni abbiamo osservato solo attraverso la lente della fantascienza che ci ha già mostrato le possibili conseguenze di un mondo dove l’uomo nel cedere il passo alla macchina smarrisce valori e principi costruiti in millenni di scoperte e conquiste. Esiste però anche un’altra strada possibile, come nella serie Star Trek dove i comandanti Kirk e Picard insieme al vulcaniano Spock e all’androide Data scoprono giorno dopo giorno quanto le loro differenti intelligenze, umana e non, abbiano bisogno l’una dell’altra per affrontare insieme le minacce di un universo sempre più grande utilizzando le tecnologie più avanzate nel rispetto delle Direttive della Federazione. E’ quello che dobbiamo fare anche noi».