Inizialmente intitolato ai “Santi Cosimo e Damiano”, lo “Spedale per l’assistenza agli indigenti e ai pellegrini” fu fondato da Cosimo III dei Medici nel 1698 e realizzato nella già esistente “Chiesa della Compagnia di San Rocco”, sul lato opposto rispetto all’attuale struttura ospedaliera, nei locali attualmente utilizzati dagli uffici ASL.
Così come l’antico “Spedale di San Giuseppe sul Colle Ontanatico” (adesso Casa di Riposo gestita dalle Piccole Figlie di San Giovanni Gualberto) anche il Cosimo e Damiano dipendeva dal Magistrato del “Bigallo”, uno Spedale del XIII secolo posto sul valico di San Donato, lungo la Via Aretina, periferia di Firenze.
Successivamente, nel 1775, il Granduca Pietro Leopoldo volle ampliare lo “Spedale dei Santi Cosimo e Damiano”, che fino ad allora aveva svolto solo funzioni di lazzaretto. Fece pertanto costruire l’”Ospedale nuovo” sul lato opposto della strada, nell’edificio che, nel 1762, secondo il Vescovo Donato Maria Arcangeli, uomo eclettico, architetto e appassionato di astronomia, sarebbe dovuto diventare un “Seminario”, ma la cui realizzazione era stata poi interrotta per la morte del prelato.
L’Ospedale fu terminato nel 1778 e in quell’anno ereditò tutti i beni posseduti dal vecchio Spedale. Ottenne inoltre il passaggio dell’amministrazione dal “Bigallo” alla “Comunità cittadina” ricevendo in dote rendite e beni provenienti da precedenti piccoli spedali soppressi (Spedali di San Bartolomeo alla Costa di Uzzano, di Santa Maria Maddalena di Uzzano, di Santa Maria Maddalena a Vellano, di Santa Caterina a Pietrabuona, di Santa Maria Nuova a Pescia, di Sant’Andrea a Montecarlo ed altri di Monsummano, Montecatini, Buggiano, Massa, Lamporecchio e Marliana).
Lo Spedalingo o Rettore, l’attuale Direttore Sanitario, ne assunse la direzione e redasse un Regolamento Provvisorio che entrò in vigore il 1 febbraio del 1779.
(continua)
(Un ringraziamento al personale dell’Archivio di Stato di Pescia e a Massimo Braccini, il cui lavoro ha permesso di recuperare tutta l’antica documentazione)