Tanto si è scritto e tanto si continua a scrivere sul mondo araldico e su tutto ciò che lo caratterizza.
Spesse volte non consideriamo a sufficienza molti dei suoi aspetti che possono apparire scontati quando invece rivelano delle sorprendenti peculiarità.
Soltanto gli addetti ai lavori sono in grado di fornire spiegazioni e delucidazioni su questa materia che, dopo necessari approfondimenti, diventa appassionante.
Un culture dell’Araldica è Sebastiano Pasquini fondatore e titolare dell’omonimo “Studio Araldico Pasquini” resosi disponibile a rispondere alle nostre domande.
D. Signor Pasquini, quale funzione esercita il suo Studio Araldico?
R. «In effetti oltre alla funzione canonica di studio che si occupa principalmente di ricerche e studi nell’ambito dell’araldica e della genealogia, lo studio, specie attraverso il Registro Araldico Italiano, di cui è curatore, si occupa di creare e registrare stemmi e di promuovere l’araldica ed il corretto uso degli stemmi e degli emblemi in genere».
D. «Creare e registrare stemmi e promuovere l’araldica». Può spiegarsi meglio?
R. «Bella domanda, perchè in effetti non tutti sanno cosa sia uno stemma: citando la Treccani possiamo dire che in araldica lo stemma è il complesso di tutte quelle figure, pezze, smalti, partizioni ed ornamenti esteriori raffigurati secondo determinate regole, che servono a contrassegnare persone, enti, società o soggetti di altro genere; ma per avere un’idea più ampia di cosa sia l’araldica e lo stemma vengono in aiuto tutta una serie di citazioni di dotti studiosi della materia che si possono leggere alla seguente pagina pubblicata sul sito del Registro Araldico Italiano (RAI): https://www.registroaraldicoitaliano.it/citazioni-araldiche/
Lo stemma o emblema appunto viene registrato sul Registro Araldico Italiano, di cui lo Studio Araldico Pasquini è fondatore e curatore: una spiegazione di cos’è il RAI si trova alla seguente pagina: https://www.registroaraldicoitaliano.it/il-registro/
Già il RAI è uno strumento per promuovere l’araldica, ma oltre ad esso lo studio ha anche pubblicato sul sito del RAI pagine informative che approfondiscono la materia araldica e che ne illustrano le potenzialità ed i vari usi possibili; inoltre esiste anche un blog, RAI Magazine, che pubblica contenuti vari, che riguardano il registro e l’araldica in genere: https://magazine.registroaraldico.it/blog/».
D. In Italia esiste un istituto di garanzia per gli stemmi ed in particolar modo per quelli di famiglia?
R. «Si, esiste ed è l’Ufficio Araldico presso la Presidenza del Consiglio, che però si occupa solo della tutela degli stemmi di enti; la Consulta Araldica però è stata abolita, quindi non esiste nessun organismo pubblico che si occupi di stemmi di famiglia, ad esclusione dell’Ufficio Marchi e Brevetti».
D. Un cittadino italiano può legittimamente dotarsi di uno stemma?
R. «Certo, chiunque è libero di dotarsi di uno stemma o altro emblema, possibilmente non copiandolo a quello di altre famiglie (magari con lo stesso cognome) perchè sarebbe un appropriazione indebita di una proprietà intellettuale, morale e storica».
D. La disciplina italiana consente il legittimo uso di uno stemma?
R.«Non c’è nessuna legge italiana che consente il legittimo uso dello stemma, ma nemmeno una che lo vieta e la XIV disposizione transitoria della nostra Costituzione recita: “I titoli nobiliari non sono riconosciuti. I predicati di quelli esistenti prima del 28 ottobre 1922 valgono come parte del nome”. Omissis… La legge regola la soppressione della Consulta araldica. Lo stemma può essere riconducibile ad una proprietà intellettuale e storica e quindi è comunque tutelato. Alla seguente pagina sono specificati i modi in cui sono effettuati la tutela e la pubblicità degli emblemi che si registrano sul Registro Araldico Italiano: https://www.registroaraldicoitaliano.it/tutela-emblemi-registrati/».
D. Quali sono, a suo avviso, le motivazioni profonde che inducono un cittadino a scegliere e dotarsi di uno stemma familiare?
R. «Difficile dirlo, ma credo che non ci sia un motivo solo, ma vari: intanto la necessità di identificare la propria famiglia graficamente e lo stemma è il modo migliore per farlo, poi quello di rappresentare concetti e riferimenti che richiamano i valori o il retaggio della famiglia stessa; ce ne sono altri, ma questi sono i principali. Inoltre avere uno stemma consente di rappresentarlo su biglietti da visita, carte intestate, sigilli, ex libris o altro tipo di supporto o rappresentazione, quindi c’è anche un’utilità pratica dello stemma».
D. Tutti gli studi araldici italiani effettuano ricerche o creano stemmi secondo gli stessi criteri?
R. «Non saprei, ma la genealogia di una famiglia può essere solo una, così come lo stemma di una famiglia non può essere utilizzato da un’altra magari con cognome omonimo, quindi si, i criteri adottati da tutti gli studi araldici dovrebbero essere gli stessi».
D. In definitiva, in cosa è distinguibile la vera professionalità di un istituto araldico?
R. «Dal fatto se rilascia informazioni vere o false, ovvero informazioni attendibili e documentate, sia riguardo la genealogia, che l’araldica, che la nobiltà».
D. Nonostante che la nostra Costituzione non riconosca i titoli nobiliari ci sono ancora tante persone che ambiscono ad un titolo nobiliare. In merito a questo, che attività svolgono gli istituti araldici?
R. «Riguardo la nobiltà, le onorificenze e la fons honorum ci sono varie scuole di pensiero, ovvero c’è chi come me che ritiene che un titolo nobiliare sia valido solo se concesso da una casa regnante ed altri che ritengono che anche quelli concessi da case pretendenti siano validi; poi c’è chi sostiene che si possa diventare nobili attraverso le adozioni, le aggregazioni famigliari e le refute, insomma il panorama è abbastanza vario. Riguardo le onorificenze ci sono per esempio alcune riconosciute dalla repubblica italiana concesse dalle ex case sovrane italiane del periodo pre-unitario, come i Borbone, i Borbone-Parma o gli Asburgo Lorena».
D. Può precisarci la funzione e le indicazioni specifiche del già citato Registro Araldico Italiano (RAI)?
R. «Il principale scopo del Registro Araldico Italiano è di pubblicizzare e rendere noti gli stemmi delle famiglie italiane, in modo di facilitare la rapida identificazione di una casata, attraverso la rappresentazione grafica del suo cognome, della sua storia o delle sue gesta. Inoltre la pubblicazione facilita anche la tutela degli emblemi ed oltre a quelli di famiglia si possono registrare anche quelli ecclesiastici, commerciali, di enti, goliardici, le onorificenze, quelli commemorativi e di altro tipo, oltre agli alberi genealogici».
D. Il cognome Pasquini è piuttosto diffuso a livello nazionale e accompagna varie personalità. Può citarne alcune?
R.«Si, ci sono più di 3.000 Pasquini in tutta Italia, sparsi un pò ovunque, ma specie in Toscana. Oltre ai conti Pasquini c’è da menzionare sicuramente l’illustre Bernardo Pasquini, originario di Massa e Cozzile, che era innanzitutto un musicista di organo e clavicembalo, quindi un compositore, che a Roma, alla corte dei Chigi e dei Borghese ha brillato sia per l’originalità, che per l’inventiva. Grazie ad una ricerca araldica si è scoperto che discendeva dai Fiaschi di Firenze, da cui ha preso lo stemma che è: d’oro, alla torre torricellata di 4 pezzi d’argento, aperta e finestrata di nero, sorretta alla base da due leoni d’azzurro: https://www.registroaraldicoitaliano.it/pasquini-bernardo/. Ci tengo anche a ringraziarla perchè è proprio grazie al libricino dal titolo “Bernardo Pasquini nel trecentenario della morte”, scritto da lei e dal maestro Anton Giulio Perugini e che mi ha fatto avere, che mi è stato possibile scoprire la storia e lo stemma del Pasquini».