Saranno il Parlamento in seduta comune e i tre rappresentanti per ogni regione, come richiama l’art. 83 della Costituzione, a eleggere il Capo dello Stato.
Con l’ on. Federico Fornaro, capogruppo di Liberi e Uguali alla Camera dei Deputati e componente di Articolo 1, abbiamo voluto concretamente e proficuamente sviluppare una riflessione su questo evento importante per la vita del nostro paese.
On. Fornaro, quali sono le sue considerazioni sulla prevista candidatura a presidente della Repubblica di Silvio Berlusconi?
«Non risponde all’interesse dell’Italia. In questa fase così difficile e complessa della storia nazionale, c’è bisogno di un Presidente della Repubblica che unisca, garante della Costituzione e della coesione sociale.
Berlusconi sarebbe l’esatto contrario, per cui sarebbe utile che il centro-destra abbandonasse questa ipotesi, a cui non credono neppure loro fino in fondo».
In questo periodo assai difficile e complesso chi, a suo avviso, potrebbe essere un capo dello Stato ideale?
«Non partecipo al totonomi. L’identikit per Presidente ideale riporta alla questione della necessità che sia interprete di questa fase storica, apportando un contributo derivante dall’esperienza professionale, ma non essendo scevro e digiuno di politica».
A parer suo, quali caratteristiche politiche dovrà avere il successore di Mattarella?
«Sono importanti capacità di ascolto, ma al tempo stesso la capacità di decidere nei momenti in cui è necessario farlo, nel rispetto del ruolo fi garante che la nostra costituzione assegna al Presidente della Repubblica».
Secondo lei, quali sono le positività della presidenza di Mattarella?
«Sergio Mattarella sarà ricordato come un Presidente della Repubblica presente, attento ma sempre rispettoso dei limiti costituzionali del suo ruolo. Un garante della Costituzione e un punto di riferimento solido per le istituzioni italiane e per quelle europee. Un garante attento alle alleanze internazionali e alla stabilità finanziaria del nostro paese».
Cosa ne pensa dell’eventualità dell’elezione di una donna al Quirinale?
«L’elezione al Quirinale di una donna rappresenterebbe certamente una novità positiva.
Sarebbe una soluzione innovativa attesa da larga parte dell’opinione pubblica: un segnale di cambiamento nella giusta direzione».
Durante la sua lunga esperienza politica si sono succedute varie elezioni di presidenti della Repubblica; come le ricorda?
«Più che ricordi convivo con gli incubi delle riunioni dei grandi elettori del PD all’indomani della non vittoria della coalizione Italia Bene Comune nelle politiche del 2013.
Furono elezioni presidenziali in cui furono fatti fuori, grazie ai franchi tiratori, prima Marini e poi Prodi.
Migliore il ricordo, invece, della lineare elezione di Mattarella. Orgoglioso di aver partecipato a quel voto che lo portò al Quirinale».
Carlo Pellegrini