L’itinerario include due significativi percorsi cittadini.
Il primo è la Scala Santa, probabilmente costruita nel 1621 per giungere al Convento delle Suore Teatine, oggi Casa di Riposo per Anziani. Il secondo è la Via di San Vito: l’Erta per Collecchio iniziava verosimilmente alla Porta di San Vito o Porta di Borgo, una delle nove antiche porte cittadine. Questa era localizzata in prossimità dell’attuale Margine di San Policronio e vicino a questa si trovava la Porta di Cafaggio o di Bareglia che, invece, immetteva sulla mulattiera per Monte a Pescia.
La Via di San Vito risale il Colle dei Fabbri, situato tra il Colle Monzone di Bareglia a nord e il Colle Ontanatico a sud; quindi si arrampica sul Colle di Collecchio, giungendo finalmente alla Chiesa dei Santi Vito e Modesto. Consente pertanto ai pesciatini di raggiungere rapidamente la campagna che sovrasta la città.
Il tracciato è lungo 1,8 km, ha un dislivello in salita di 155 metri e unisce tra loro tre importanti chiese pesciatine nelle quali sono conservati interessanti tele. E’ prevalentemente su sterrato, tranne la parte iniziale; è in costante salita, pulito, ben percorribile e fiancheggiato per un buon tratto da uliveti. La Via di San Vito ricalca il percorso della vecchia mulattiera Vicinale del Collecchio che saliva da San Domenico a Collecchio ed era parallela alla Vicinale del Torrione; quest’ultima, invece, saliva dal centro città e si riuniva all’altra nel Podere Collecchio, sotto la chiesa.
In questa zona sono stati vissuti i momenti drammatici dell’occupazione tedesca poiché i sentieri diretti verso la campagna erano utilizzati per sfuggire ai rastrellamenti; inoltre, il 4 settembre 1944, durante i Tre giorni di terrore a Pescia, sul prato prospiciente la Chiesa di Collecchio furono fucilati i giovani fratelli Cerboncini.
►►► L’itinerario inizia nel quartiere delle Capanne, al davanti della Chiesa dei Santi Stefano e Niccolao e del Museo Civico; quest’ultimo, da poco riasperto al pubblico, contiene i cimeli della Comunità di Pescia e numerosi importanti dipinti. Saliamo la scalinata della Chiesa, realizzata dallo scultore pesciatino Agostino Cornacchini, e, superati la Piazzetta della Scala Santa e l’omonimo cantino, ci portiamo alla Scala Santa, una ripida successione di 85 scalini diseguali, pavimentati in pietra e delimitati da un cordolo, spesso malfermi.
Salendo osserviamo i tre campanili (Santo Stefano, San Francesco e SS. Annunziata) e la Torre Civica. Si raggiunge il Colle dei Fabbri, sede della Casa di Riposo San Domenico e dell’annessa chiesa, l’Oratorio di San Domenico, progettato nel 1680 dal pittore ed architetto pesciatino Benedetto Orsi; vi si conserva l’importante dipinto San Filippo Neri in estasi di Carlo Maratta, di fine 1600 e, tra gli altri, tre quadri eseguiti dall’Orsi: Santa Rosa da Viterbo e Madonna con Bambino, Santa Caterina da Siena, S. Pietro Martire.
Scendiamo poi su asfalto e, alla prima curva, sulla sinistra troviamo l’indicazione per la Via di San Vito. Al di sotto scorre il Rio Santo Stefano, che qui riceve il Fosso San Domenico. Procediamo quindi sul ripido e stretto sentiero del Colle di Collecchio, tra uliveti e terrazzamenti. Durante la salita riconosciamo il Complesso Conventuale di Castello, oggi Casa di Nazareth, che nell’antichità era la Fortezza di Bareglia. Questa, in corrispondenza del campanile della chiesa, si collega all’antica cerchia muraria cittadina. Incontriamo alcune case sparse, percorriamo l’ultimo tratto di sentiero e, superato il modesto Fosso del Collecchio, giungiamo all’abitato di Collecchio e alla Chiesa dei SS. Vito e Modesto: ricordata già in documenti del sec. XIII, vi si conserva la tavola de il Martirio dei Santi Vito e Modesto eseguita dal fiorentino Domenico Cresti detto il Passignano nel 1606. Dal piazzale si osserva il panorama ben oltre la zona sud della città, mentre sul lato nord riconosciamo Vellano, il dirimpettaio Monte Lignana, dalla punta triangolare, Santa Margherita, il Monte Cupola, Monte a Pescia e le Tre Cupole.
Al davanti della Chiesa inizia Via Pio X, la vecchia mulattiera Vicinale di Cilindomini, che fa parte di Via della Fiaba e che dà inizio all’ascesa verso la Collina Cilindomini, il Battifolle di Collecchio e il Crocialino Alto.