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Voglia di lavorà saltami addosso | Italo Pierotti

Voglia di lavorà saltami addosso e fammi lavorà meno che posso, recita il vecchio proverbio. Mai pensiero fu tanto appropriato.

 

Son convinto si tratti del principio che sta alla base del “Reddito di Cittadinanza”. Non ho ben capito perché si chiami così. A colpo d’occhio vien fatto di pensare si tratti di un reddito che spetta ai cittadini italiani. Non è così, perché ne hanno diritto anche i cittadini dell’Unione Europea o di qualunque altro stato, residenti o soggiornanti in Italia, cioè praticamente la cittadinanza non c’entra nulla.

 

Naturalmente ci sono condizioni molto restrittive tipo: non aver comprato negli ultimi sei mesi auto di cilindrata superiore a 1600 c.c., oppure non possedere navi (sta proprio scritto così) o imbarcazioni da diporto, puoi invece possedere case, oltre a quella dove abiti, purché di valore inferiore a 30.000 euro e avere un reddito, desunto dal famoso ISEE, non superiore a 9360 euro l’anno e anche se può sembrare strano, non devi essere in galera.

 

Come al solito, si parte bene con motivazioni che solo un infame potrebbe non condividere e si finisce, come vedremo, a tarallucci e vino.

 

Dice la legge, me la sono letta tutta, ero in vena di autolesionismo, che si tratta di: “misure di politica attiva del lavoro a garanzia del diritto del lavoro (già qui un comune mortale va in confusione), di contrasto alla povertà, alla disuguaglianza e all’esclusione sociale, diretta a favorire il diritto all’informazione, all’istruzione, alla formazione e alla cultura, attraverso politiche volte a sostegno economico (il famoso reddito) e all’inserimento sociale dei soggetti a rischio di emarginazione nella società e nel mondo del lavoro.”

 

Manca solo aggiungere che il fine ultimo è il raggiungimento della felicità e poi c’è tutto.

Il denaro che si percepirà potrà essere al massimo  9360 euro all’anno.

 

Le misure di politiche attive del lavoro messe in atto, prevedono che ci si dichiari disponibili a lavorare, senza esagerare però, perché abbiamo diritto a farci proporre, dai Centri per l’Impiego, fino a tre offerte di lavoro per trovare quella di nostro gradimento, come se le aziende facessero a cazzotti per trovare gente da assumere. Si prevede anche che, in alternativa, si possano svolgere lavori di pubblica utilità nel comune di residenza, sempre con moderazione ovviamente, infatti l’utilizzo può essere di otto ore settimanali aumentabili a sedici.

 

Lasciamo perdere quel mare, anzi, quella palude di parole del decreto che sembrano scritte apposta per creare il marasma. A proposito, mi viene in mente che il Berlusca, in uno dei suoi primi governi, creò un apposito ministero per la semplificazione delle leggi e del linguaggio burocratico e se questi sono i risultati siamo messi proprio bene.

 

Ma come si fa per ottenere il reddito di cittadinanza?

Ma che diamine, si fa domanda all’INPS direttamente, o alle Poste, o ai Patronati e dopo qualche giorno arrivano i soldi.

 

E i controlli?

Qualunque persona sana di mente penserebbe che i controlli dovessero essere fatti prima di pagare, ma non è così. I controlli li fa l’INPS, o meglio, controlla che tutti i “Dichiaro” sulla domanda siano a posto e sono sedici. Quelli sul merito sono rimandati a un tempo indefinito o a quelli che faranno i Carabinieri e la Guardia di Finanza che hanno anche ben altro da fare.

 

Quanti sono quelli che percepiscono il contributo?

Secondo l’INPS sono, a vario titolo, quattro milioni e trecentomila, con una spesa di sette miliardi e duecento milioni di euro. Tra questi, un milione e trecentomila sono quelli ai quali dovrebbe esser trovato un lavoro.

 

In definitiva lo scopo del provvedimento è quello di trovare lavoro a chi non ce l’ha e sostenere economicamente chi si trova in grave difficoltà.

Il risultato ottenuto da questo pastrocchio è sotto gli occhi di tutti, almeno di quelli che vogliono vedere. A fronte di 1.300.000 individui che incassano l’assegno e si sono impegnati ad accettare l’offerta di lavoro, solo 193.000 conservano il posto ottenuto, cioè, dati forniti dalla Corte dei Conti, solo il 15%. A molti è risultato comodo incassare 700/800 € al mese e starsene a casa senza lavorare anche quando gli veniva fatta un’offerta di lavoro dal Centro per l’Impiego, dice il ministro Brunetta e aggiunge: Sapete cosa fanno? Non ritirano la raccomandata con l’offerta così, non risultando consegnata, l’assegno continua a correre.

 

Per il contrasto alla povertà come andiamo?

Secondo la Caritas, il 60% di chi vive in “povertà assoluta” non ha ricevuto nessun aiuto.

 

Quello che fa imbufalire i comuni cittadini che pagano le tasse, è ascoltare tutti i giorni dai TG le notizie che le forze dell’ordine hanno scoperto migliaia di furbetti che incassano l’assegno senza averne diritto. Alla cronaca arrivano i casi più eclatanti come: camorristi, mafiosi e loro familiari, parcheggiatori abusivi, rapinatori o truffatori e ovviamente lavoratori in nero. C’è di tutto: chi aveva la Ferrari e chi la barca, chi una decina di appartamenti e chi un autonoleggio con 27 auto o una scuola da ballo, c’è anche chi si è inventato 5 o 6 figli e persino uno agli arresti domiciliari con braccialetto elettronico. Naturalmente non mancano stranieri irreperibili da anni e miracolosamente ricomparsi e, incassato l’assegno, scomparsi di nuovo. Non potevano mancare nuclei familiari di 15/20 persone nella stessa abitazione ma irreperibili o inesistenti o quelli che dichiarano moglie e figli che non si sa dove siano.

 

Questa è solo la punta dell’iceberg ed era facilmente prevedibile anzi, viene malignamente da pensare che questi effetti siano voluti.

Sette miliardi sono il conto salato che pagano i contribuenti per questa bella pensata. Con quei soldi si potevano fare grandi opere creando posti di lavoro. Per dare solo un’idea, ci si può costruire un’autostrada lunga 700 Km o costruire decine di migliaia di alloggi, o individuare le famiglie che si trovano realmente in difficoltà e lo dovrebbe fare chi, sul territorio, le può conoscere bene e controllarne le condizioni, prima di dare il sostegno economico adeguato. Trovare le soluzioni giuste toccherebbe a quell’esercito di megadirigenti pubblici e di politici strapagati, perché organizzare uno spreco di denaro come quello attuale, non solo è un’offesa a chi ha bisogno ma anche un furto ai cittadini che pagano le tasse.