15 settembre, suona la campanella alle 8.15, si aprono le porte del plesso di Castellare…finalmente a scuola!!! Siamo tornati in presenza! Questo è il piano del Governo che ha dato il via libera al nuovo decreto che contiene misure ad hoc per il rientro in classe: “distanziamento di un metro fra i banchi, mascherine chirurgiche e frequente ricambio d’aria. Resta, come lo scorso anno, l’impossibilità di accedere o permanere nei locali scolastici in caso di sintomatologia respiratoria o temperatura corporea che supera i 37,5°.Tutto il personale scolastico dovrà possedere il Green pass, che costituisce il requisito essenziale per lo svolgimento delle prestazioni lavorative.
Appena suonata la campanella, che stabilisce l’inizio del nuovo anno scolastico, i bimbi entrano e salgono le scale perchè, a differenza di altre classi, la nostra non ha traslocato e siamo sempre al primo piano del plesso nell’angolo del corridoio, vicino all’uscita di emergenza con le scale metalliche. Oh mammamia siamo arrivati alla quinta, gli anni sembrano passati , volati e i bambini che piagnucolavano al loro ingresso in prima, ora sono quasi più alti di noi, sia i maschi che le femmine. E si chiude, per ora (si spera), il “lavoro in DAD” che ha segnato (e ci ha segnato dentro) questo ultimo periodo costringendoci ad una forma di didattica nuova per noi insegnanti e per i ragazzi di tutte le età, mettendoci davvero alla prova…Sono stati momenti particolari in certe realtà scolastiche dove non funzionava la fibra ottica , rendendo così difficile ogni forma di contatto e di collegamento tra scuola e allievi…ma è stato difficile anche dove questa invece esisteva già, e lo hanno dimostrato tutti quei video in rete di professori assaliti o derubati in diretta, o quei poveri ragazzi soli in casa che si sono sentiti male senza avere qualcuno che li soccorresse al momento giusto, o le forme di cyber bullismo per cui alcuni più deboli hanno dovuto lasciare il collegamento per mettersi in salvo da compagni poco seri…
Ecco perchè ora noi INSEGNANTI abbiamo un duro e impegnativo compito: RIPORTARE TUTTO ALLA NORMALITA’, se pure ancora mascherati. Ci siamo interrogati, ci siamo confrontati con i colleghi e i nostri Dirigenti per cercare di comprendere quali potessero essere i bisogni dei bambini, delle bambine, dei ragazzi e delle ragazze in questo periodo particolare di ripresa della scuola durante la pandemia. La situazione che stiamo vivendo infatti ci ha tolto la possibilità di utilizzare le risorse che solitamente mettiamo in atto per ristabilire un clima di fiducia e protezione come gli abbracci e le coccole e ci chiede di reinventarci. Sentiamo il bisogno di ristabilire una quotidianità per sentirci di nuovo protetti e non aver timore del futuro. La scuola ha un ruolo fondamentale e già la sua stessa riapertura ne rappresenta una soluzione. La sveglia che suona la mattina, la mamma che chiama per la colazione, lo zaino da preparare la sera e le lezioni da seguire ristabiliscono un ritmo nella vita degli studenti ma anche nella nostra, riavvicinandoci a una sorta di “normalità”. Ecco quindi che noi insegnanti abbiamo il ruolo di far sentire che la vita riprende; la presenza dell’insegnante e del gruppo classe ha un ruolo fondamentale in questo. I bambini e i ragazzi sentono che la loro giornata e la loro quotidianità possono effettivamente riprendere. La QUOTIDIANITA’ rappresenta la parola-guida degli operatori nell’ambiente scolastico, compreso il bidello che viene in classe per radunare i bambini che prendono il pulmino al GIRO 3.
Possiamo dire quindi che la continuità didattica ha bisogno di esser associata a quella emotiva. Sarà compito poi di noi insegnanti aiutare i bambini nella narrazione di questo “evento”, per stimolarli a creare una narrazione positiva mettendo in risalto anche i piccoli gesti eroici compiuti da loro e dalla scuola, come quella volta che ho avutio alcuni bambini collegati su una piattaforma e altri su una seconda piattaforma per problemi con la password di istituto… mi sono sentita quasi la Lilly Gruber del TG… E poi che dire su come il bisogno di appartenenza, il sentirsi parte di un gruppo, di una scuola, di un Paese così come del mondo, ci abbia aiutato per contrapposizione a comprendere la separazione. Raccontare come emergenze del genere ci abbiano fatto sentire impotenti, condividendo le emozioni e i pensieri avuti di fronte a questo pericolo, è stato bello e coinvolgente e ci ha aiutato a far sentire sereni i nostri ragazzi. Del resto qualsiasi tipo di cambiamento richiede adattamento da parte di tutti.. e il “cambiamento Covid” ha avuto un impatto molto forte sulla quotidianità che ha reso tutti più fragili, ansiosi e apprensivi. La preoccupazione per la salute propria e delle persone care, l’incertezza del dopo emergenza e la lontananza forzata dai genitori, dai nonni per proteggerli da eventuali trasmissioni del virus, dagli amici, dai compagni di scuola, dagli insegnanti, dagli alunni, dai colleghi, ci ha accompagnato ogni giorno, lasciando tracce nel presente ma credo per molto tempo ancora. Tutto ciò che ha riguardato il lavoro dei propri genitori e le abitudini quotidiane, la sospensione della libertà di tutti hanno messo a dura prova molti studenti, genitori e docenti.
Ma ora eccoci qua, finalmente davanti alla LIM che il Covid non ha cambiato, infatti fa sempre gli stessi capricci dello scorso anno, e con i nuovi libri di tsto pronti per affrontare questo anno che ci vede per l’ultima volta insieme…ehh sì, i miei ragazzi andranno nel corridoio vicino, alla scuola secondaria di primo grado e ci saluteremo dalle porte di ingresso o nel transito verso la palestra, con un pò di timidezza per non essere più NOI come MAESTRA/ALLIEVO. Sono contenta del percorso fatto con questa classe, sono sicura che andrà tutto bene fra una Invalsi e una interrogazione sul corpo umano…del resto una poesia letta il primo giorno di scuola dice:
“…sei in cammino verso luoghi importanti, cammina e vai avanti…hai cervello nella testa, hai piedi nelle scarpe, sei tu che decidi dove andrai…e quando le cose cominciano ad accadere, non esitare , non avere paura…ovunque volerai sarai sempre il migliore, ovunque andrai vincerà il tuo valore…”, alla facciaccia del COVID-19!