Home ROSY GIANNESCHI Notte | Rosy Gianneschi

Notte | Rosy Gianneschi

Così come sono cambiate drasticamente in un botto le nostre giornate, anche le notti non sono più quelle di una volta, non solo e certamente per l’arrivo dell’ora legale che ruba buio alle tenebre per donar luce al giorno, ma soprattutto perché la notte è per sua intima natura fatta per dormire, ed ora invece il sonno è diventato inquieto, e se non si dorme allora che notte è?

Notti irrequiete dunque, affollate di tormentati pensieri, raggomitolati, ammassati uno sull’altro, così stretti che paiono quasi non potersi dipanare mai e mai più; notti fameliche ed affamate di normalità, di piccole gioie che non si sono più potute vivere e che col loro ardore riescono comunque ancora a tenerti ben sveglio, vigile, lucidissimo e concentrato sul tuo obiettivo, sull’oggetto del tuo amato desiderio; notti interminabili, di quelle che non finiscono mai, forzatamente messe a paragone con le notti d’estate, lunghe ed infinite, inondate di caldo e di luna; notti in cui guardi cento volte l’orologio per accorgerti assurdamente che è sempre la medesima ora, scandita dalle campane in lontananza o dal display del cellulare; notti in cui vorresti essere altrove, e non agitarti così tanto nel letto, col cuore che batte a mille sotto le coperte; notti in cui vorresti scappare, alzarti, muovere le tue membra ingessate, dimostrare che sei ancora vivo, nonostante tutto; notti di televisione sbadatamente lasciata accesa su un canale che non sai più neppure qual è e che cosa stia blaterando; notti che vanno da sole e che ti girovagano dentro, che corrono all’impazzata per poi stopparsi improvvisamente senza una spiegazione, lasciandoti senza né forza né armi; notti in cui non sai neppure tu cosa cerchi, l’amore, forse, un po’ di requie interiore, ancora forse, una passione che ti spinga ad alzarti nuovamente all’indomani, quando i primi bagliori dell’alba busseranno alle persiane zebrate della tua finestra… forse, forse, forse… .

In queste giornate dove l’incertezza ci tiene tutti appesi ad un filo sottile, il tempo corre uguale (e di questo mi stupisco, mi stupisco che non sia stato costretto a diventare immobile anche lui), e dal giorno viene la notte, e poi ancora luce più o meno diretta, e poi giorno, e poi tramonti più o meno rosa, e poi ancora notte e profondo abisso… .

Un anno è passato ma la paura che ci attanaglia dentro ancora no.

Belli erano quei tempi in cui si dormiva fra due guanciali ed i sogni erano d’oro; ma se è vero che la notte porta consiglio, su questo spinoso argomento a questo punto è meglio dormirci su…