Il toponimo Squarciabocconi si trova per la prima volta menzionato nei documenti lucchesi della fine del secolo XII anche nelle varianti Scorzabocchonem o Scurciabocconem o, infine, Scorciaboconem.
Oggi corrisponde alla strada che dal centro degli Alberghi conduce a Veneri e da lì nel territorio lucchese, un tempo ducato di Lucca. La località Dogana ricorda, appunto, il confine tra il granducato fiorentino e detto ducato.
Squarciabocconi è attestato anche a Rignano sull’Arno ed è di non facile comprensione ed interpretazione.
Tutte le varianti del nome sono comprensibili sotto il punto di vista morfologico, mentre rimangono dubbi se le analizziamo sotto le lenti fonetiche e semantiche. Squarcia- rimanderebbe al verbo “squarciare”, mentre Scorcia- al verbo “scorzare”.
Il secondo termine significa –bocca o –boccone?
Occorre definire se sia –bocca (assimilabile, dunque, a “squarciagola”, “a gran voce”, oppure “a bocca aperta” per la fatica nell’attraversare il guado), forse alludendo al fatto che occorresse chiedere aiuto per attraversare il guado oppure –boccone (in quanto “cibo”, e potrebbe forse alludere ad un luogo che faceva venire appetito nel mentre che lo si attraversava).
Scorciabocca e Scorzabocca alluderebbero alla difficoltà nell’attraversare il guado nel Pescia minore, tra le attuali località di Alberghi e Veneri.
Grazie agli studi del geologo Gianni Rombenchi – di cui ho la fortuna di essere amico da parecchi decenni – sappiamo che l’antico “Ponte di Squarciabocconi” era orientato circa nord-sud, cioè al posto dell’attuale corso del torrente Pescia minore; ne consegue che detto torrente avesse il proprio corso circa est-ovest.
Soltanto la datazione dei resti di questo antico ponte può aiutarci a stabilire quando il detto torrente si trovava in quella posizione.
È dunque, il toponimo Squarciabocconi, legato verosimilmente alla presenza in questo luogo di un guado e poi di un ponte, analogamente allo stesso termine presente a Rignano sull’Arno.