Drupi, nel corso della sua cinquantennale e onorata carriera, ci ha deliziato con canzoni veramente straordinarie spesse volte interpretate al Festival di San Remo. Canzoni di grande successo che hanno varcato ampiamente i confini nazionali e sempre piacevoli da ascoltare grazie alla loro inconfondibile originalità.
Poche ore ci separano dalla settantunesima edizione del Festival di San Remo e Drupi ci introduce a questa kermesse che lo ha visto protagonista per ben otto volte.
Drupi, quali riflessioni ti suscita il Festival di San Remo?
Riflessioni discostanti… Ho sempre odiato il Festival… Però vi ho partecipato perché era la vetrina più bella che esistesse allora in Europa. Adesso molto meno. Una settimana, dieci giorni di sofferenza tra impegni e “casini” vari, poi per tutto l’anno eri a posto. Avevi fatto la tua promozione. Come ripeto, è la più grande vetrina che esista per la musica. In definitiva il Festival lo amo e lo odio…
Che valore ha il Festival di San Remo nella tua carriera?
E’ stato importante. Tramite il Festival di San Remo ho potuto raggiungere il successo. Ho partecipato ad otto Festival. E’ una bella fetta della mia carriera.
A quale delle tue canzoni presentate al Festival di San Remo sei più affezionato?
Alla canzone Vado Via, la prima che mi ha permesso di fare il cantante a tempo pieno. Fu il mio esordio. Quella canzone fu scritta da Luigi Albertelli e da Enrico Riccardi e fu proposta a Mia Martini che accettò di presentarla al Festival di San Remo del 1973. Dieci giorni prima del Festival disse che non ci sarebbe andata e, quindi, mandarono me. Quel Festival fu meraviglioso.
Ritieni che la partecipazione ad un Festival di San Remo possa maturare un’ artista?
Non lo so. A volte lo potrebbe anche illudere. Dipende dopo a quello che fai. Che dia un’opportunità è sicuro, ma che ti faccia maturare ho qualche dubbio. Anzi. Più delle volte ti illude e, magari, ti fa sbandare un po’.
Drupi, cosa ti senti di dire sul Festival di questi giorni? E cosa ti senti di dire, invece, ai cantanti di oggi?
Ma tutti gli anni bisogna inventare qualcosa da dire e da fare sul Festival… In fin dei conti fa copertina… Certo non è un bel periodo. Ma come tutte le edizioni c’è chi è a favore del Festival e chi no. Discutere e parlare sono sempre stati gli inizi di ogni Festival. Ai cantanti di oggi dico di continuare e di tenere duro… Provateci sempre.
A tuo avviso, cosa manca al Festival di San Remo di questi ultimi anni?
La musica vera. Oggi il Festival è diventato una mezza bottega, un mezzo polverone straordinario che fa audience, che fa spettacolo… Negli ultimi anni mi è sembrato, tranne qualche caso come la canzone di Francesco Gabbani, che la musica sia in sottofondo. Quando ho partecipato al Festival di San Remo non era così e la musica era importante.
Drupi, pensi nel prossimo futuro di partecipare nuovamente al Festival di San Remo?
Non credo proprio… Ma mai dire mai…
Drupi, quali riflessioni ti suscita il Festival di San Remo?
Riflessioni discostanti… Ho sempre odiato il Festival… Però vi ho partecipato perché era la vetrina più bella che esistesse allora in Europa. Adesso molto meno. Una settimana, dieci giorni di sofferenza tra impegni e “casini” vari, poi per tutto l’anno eri a posto. Avevi fatto la tua promozione. Come ripeto, è la più grande vetrina che esista per la musica. In definitiva il Festival lo amo e lo odio…
Che valore ha il Festival di San Remo nella tua carriera?
E’ stato importante. Tramite il Festival di San Remo ho potuto raggiungere il successo. Ho partecipato ad otto Festival. E’ una bella fetta della mia carriera.
A quale delle tue canzoni presentate al Festival di San Remo sei più affezionato?
Alla canzone Vado Via, la prima che mi ha permesso di fare il cantante a tempo pieno. Fu il mio esordio. Quella canzone fu scritta da Luigi Albertelli e da Enrico Riccardi e fu proposta a Mia Martini che accettò di presentarla al Festival di San Remo del 1973. Dieci giorni prima del Festival disse che non ci sarebbe andata e, quindi, mandarono me. Quel Festival fu meraviglioso.
Ritieni che la partecipazione ad un Festival di San Remo possa maturare un’ artista?
Non lo so. A volte lo potrebbe anche illudere. Dipende dopo a quello che fai. Che dia un’opportunità è sicuro, ma che ti faccia maturare ho qualche dubbio. Anzi. Più delle volte ti illude e, magari, ti fa sbandare un po’.
Drupi, cosa ti senti di dire sul Festival di questi giorni? E cosa ti senti di dire, invece, ai cantanti di oggi?
Ma tutti gli anni bisogna inventare qualcosa da dire e da fare sul Festival… In fin dei conti fa copertina… Certo non è un bel periodo. Ma come tutte le edizioni c’è chi è a favore del Festival e chi no. Discutere e parlare sono sempre stati gli inizi di ogni Festival. Ai cantanti di oggi dico di continuare e di tenere duro… Provateci sempre.
A tuo avviso, cosa manca al Festival di San Remo di questi ultimi anni?
La musica vera. Oggi il Festival è diventato una mezza bottega, un mezzo polverone straordinario che fa audience, che fa spettacolo… Negli ultimi anni mi è sembrato, tranne qualche caso come la canzone di Francesco Gabbani, che la musica sia in sottofondo. Quando ho partecipato al Festival di San Remo non era così e la musica era importante.
Drupi, pensi nel prossimo futuro di partecipare nuovamente al Festival di San Remo?
Non credo proprio… Ma mai dire mai…