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La libertà non è star sopra un albero e Paola lo sa | Fabrizio Mari

Io boh.

Per lei è facile, accidenti. Se avessi il suo colore degli occhi, anche per me tutto sarebbe facile.

E pure non so come faccia. Se volete vi racconto come la conobbi: ad un concerto jazz in piazza anfiteatro a Lucca. Credo quasi dieci anni fa. Tutti guardavano il gruppo che suonava, mentre lei osservava la curva che facevano le case ed il colore delle facciate.

 

Perché la Paola non guarda. Quello lo fanno i gatti ed i canarini. La Paola osserva. E lei, fidatevi, ha gli occhi più belli e verdi che abbia mai visto.

La mia amica Paola – che vive quasi tutto il giorno nei campi e tra le verdure – è piuttosto bella.  Io vi ho avvertito. Se però le dite che ve l’ho detto io lei vi dirà che sono un tocchettone, che è per me un complimento bellissimo.

Detto da lei è come se me lo avesse detto la Monica Vitti o la Claudia Cardinale, che sono due tra le donne più belle che Dio abbia creato. La Paola è tra queste.

 

Lei magari ci ride su, perché è della Chiesina, anche se credo sia nata a Pescia, e però ha un cuore splendido che potrebbe nutrire tutte le anime che stanno soffrendo in questo momento.

Se volete avere un’idea del paradiso andate un giorno da lei, magari però quando non c’è tanto sole, se no rimarreste abbagliati.

Perché la bellezza è così, va presa come l’Aulin o la sambuca, a piccole dosi.

La troverete di sicuro con quelle mani dritte come pioppi a vangare, a potare un limone, ad annaffiare una fila di cavoli, e magari lei ha su una canottiera tipo Marlon Brando ne Il fronte del porto.

La Paola non so, non credo abbia i suoi muscoli, ma di sicuro ha la dolcezza d’animo e la bellezza del cuore che il mitologico Marlon non possedeva. Andate e poi ditemi. Non vi scrivo bugie se no non sarei amico della Paola. Il cognome non ve lo dico, ma tanto so che avete capito. Andate e fissatela. Guardatela.

Osservatela mentre vi parla delle sue verdure, della sua frutta, della sua terra, che è poi pure la nostra, solo che lei lo sa, mentre noi facciamo fatica a capirlo. Poi tenete a mente quello che sto per dirvi, ma non glielo dite che ve l’ho detto io: guardate la luce in quegli occhi quando vi parla di quei frutti della terra che come poche sa far fiorire.

Chi l’ha detto poi che la terra la deve lavorare un uomo?

Dalla terra nascono i broccoli, le patate, il radicchio, i gelsomini e le fresie, come è dal corpo della donna che siamo nati tutti noi per cercare di salvare questa terra malandata che è un po’ specchio delle nostre vite a volte disastrate.

 

Parlatene con la Paola quando la vedrete.

 

Ma non dite che ve l’ho detto io se no mi dà del tocchettone e credo non sia giusto, anche se questo complimento mi piace da morire.