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Scorci del territorio. La Sezione dell’Archivio di Stato di Pescia | Fabrizio Mari

La Sezione dell’Archivio di Stato di Pescia – dopo aver cambiato sede varie volte dalla fine degli anni Cinquanta del secolo scorso, quando fu costituita – è ospitata ora, da oltre un ventennio, nella bella e luminosa sede in Piazza XX settembre, in quella che fu la casa del Fascio locale, realizzata dall’ingegnere Umberto Cappelli tra il 1926 ed il 1928.

 

Fin dall’inizio, la Sezione ha riunito la quasi totalità degli antichi documenti del Comune di Pescia insieme con quelli giudiziari; nel corso degli anni, si sono poi aggiunte le carte degli altri uffici ed enti – sia civili sia ecclesiastici – dell’intera Valdinievole, tra le quali merita qui menzionare quelle relative all’ospedale dei Santi Cosma e Damiano di Pescia e delle Compagnie soppresse dal granduca Pietro Leopoldo nel 1785, l’archivio del Comune di Vellano, il catasto dei fabbricati e dei terreni, quello delle podesterie di Buggiano e di Monsummano e molti altri fondi archivistici di notevole importanza.

 

Nel corso degli anni, il Comune di Pescia ha in seguito ampliato il deposito documentario, versando nella Sezione la parte postunitaria, fino al 1966, ed alcune carte più antiche – ma non le pergamene, che sono confluite nell’Archivio di Stato di Firenze – più altri nuclei documentari, come alcuni archivi di ragguardevoli famiglie valdinievoline.

 

Molti nomi si potrebbero qui fare parlando della nostra piccola ma insostituibile Sezione dell’Archivio di Stato.

 

Ne farò uno solo, doveroso, perché il merito quando esiste va fatto conoscere: chi ha frequentato e tuttora frequenta la sala dall’alto soffitto non può non darmi ragione: Massimo Braccini.

A lui va detto grazie ogni volta che varchiamo quella soglia in cerca di carte preziose.

Grazie, Massimo, anche da parte mia.