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Scorci del territorio. Baldassarre Turini, pesciatino, mecenate e diplomatico a Roma | Fabrizio Mari

Quarto figlio di Turino e Leonarda Orlandi, Baldassarre (1486-1543), nacque a Pescia, dove ben presto fu avviato alla carriera ecclesiastica. Studiò Legge a Pisa.

 

Doveva ancora trovarsi a Pescia quando i Medici furono cacciati da Firenze nel 1494, per poi essere riammessi nel 1512; l’anno successivo, il cardinale Giovanni, figlio di Lorenzo il Magnifico, sarà eletto col nome di Leone X, il primo papa Medici.

Dal 1513 il Turini era da circa quattro anni presente a Roma; nel 1515 diventa agente per conto di Lorenzo di Piero dei Medici, nipote del Magnifico; diventerà in seguito amministratore del registro del ducato di Urbino, un incarico che si rivelerà piuttosto rimunerativo.

 

Si costituisce in questi anni l’intreccio di natura politico-economica tra i Turini ed i Medici, dove i primi approfitteranno dell’indiscutibile prestigio e ricchezza della dinastia fiorentina.

Nel 1518 Baldassarre viene nominato datario di Leone X, incarico che gli permetterà di gestire le prebende collegate ai benefici ecclesiastici, oltre alle finanze private del papa.

 

L’anno successivo, il medesimo papa sottrasse la pieve di Pescia alla diocesi di Lucca, rendendo la prima direttamente soggetta alla Santa Sede, e costituendo così, presso la chiesa di Santa Maria, una prepositura esente. Il Turini agevolò la delicata operazione politico-ecclesiastica.

 

Si ricorda, infine, l’amicizia di Baldassarre con Raffaello, che morì nel 1520, del quale divenne esecutore testamentario e l’edificazione della villa Lante, che il Turini fece costruire sul Gianicolo da Giulio Romano, allievo prediletto di Raffaello.

Pochi giorni prima del sacco di Roma, il Turini lasciò Roma, per trovare rifugio a Venezia; raggiunse prima Orvieto, poi Lucca ed infine, probabilmente, Pescia.

 

Baldassarre morì a Roma nell’ottobre 1543 e fu sepolto, secondo le sue volontà, nell’attuale cattedrale di Pescia, dove tuttora si può ammirare il suo singolare monumento funebre, opera di Pierino da Vinci e Raffaello da Montelupo.