Nella nostra intervista che segue, Pia Luciani, nipote del venerabile papa Giovanni Paolo I (Albino Luciani) ricorda con commozione la stroardinaria figura dello zio in cammino verso la gloria degli altari.
D. Signora Luciani, a suo avviso, cosa ha rappresentato papa Giovanni Paolo I, suo zio, per la Chiesa del suo tempo?
R. Il suo sorriso accogliente ha richiamato la Misericordia di Dio che è grande anche verso i peccatori. Il suo linguaggio volutamente semplice in una persona di vasta e profonda cultura come lui, ha messo in evidenza il desiderio di raggiungere col messaggio di Dio, anche le persone più semplici, per la trasmissione della Fede, della Speranza e dell’Amore di Dio.
La sua umiltà, nel riconoscere che anche tutto il bene fatto dipende dalla Grazia di Dio, è un esempio per tutti. Humilitas è il motto che aveva scelto dopo la sua nomina a vescovo; aveva detto nella chiesa del suo paese: «Su questa polvere il Signore ha scritto».
Il richiamo all’attenzione verso i poveri, realizzato non solo a parole ma anche con i fatti, dando l’esempio di una vita, non misera, ma umile e povera.
Ha dato esempio di lealtà e fedeltà al magistero del Papa, anche sul problema della regolazione delle nascite, e piena adesione alle novità portate dal Concilio Vaticano II contro la messa in discussione di molti altri. In una predica ai seminaristi di Belluno, aveva detto che a Venezia aveva dei sacerdoti che erano nostalgici del Concilio Vaticano I; altri, invece, che accettavano i cambiamenti conciliari; altri ancora che andavano oltre il Concilio e dicevano di più di quello che dovevano dire, fantasiosi di un Concilio Vaticano III.
D.Come nacquero i sentimenti di papa Giovanni Paolo I per Cristo e la Chiesa?
R. Lo dice anche lui, le cose più importanti: l’amore per Cristo, per la Chiesa, per i poveri e le principali preghiere le aveva imparate fin da piccolo sulle ginocchia di sua madre. In una famiglia semplice, povera ma non misera. In un secondo tempo acquistano importanza soprattutto gli esempi del parroco don Filippo Carli.
D.Come visse il suo episcopato prima a Vittorio Veneto e poi a Venezia?
R.Il suo episcopato, sia a Vittorio Veneto che a Venezia, fu caratterizzato dalla sua grande fede e dalla devozione. Era molto obbediente al Papa e un altro elemento importante era la semplicità di vita, quasi a livello di povertà. Per esempio, anche l’ingresso a Venezia, contrariamente al solito, fu semplice, senza cortei di barche e di gondole. Aveva una grande attenzione verso i suoi sacerdoti che amava moltissimo, i poveri che cercava di aiutare il più possibile, i malati che andava a visitare e se erano poveri gli lasciava una busta di denaro sotto il cuscino. Un occhio di riguardo lo aveva per gli operai: suo padre era stato un operaio e quindi capiva i loro problemi e le loro fatiche. Ha sempre continuato a studiare anche le lingue: francese, tedesco, inglese, un po’ di spagnolo e portoghese. Riusciva a leggere anche in russo ed era sempre aggiornato dei fatti del giorno con la lettura di più quotidiani.
D.Come avvenne il suo addio da Venezia per recarsi a Roma in conclave dove fu eletto papa?
R.Partì la mattina presto, salutando le suore della residenza patriarcale e poche altre persone. Io penso che avesse un po’ di trepidazione, da persona intelligente che, dopo qualche raccomandazione che aveva avuto da Roma, era ormai facile immaginare che c’erano delle probabilità che quella volta sarebbe toccato a lui… Anche se nelle lettere scritte a sua sorella, a mio fratello Giovanni ed a me, prima che iniziasse il conclave, ci dice che dobbiamo pregare per il nuovo papa e ci dice di stare tranquilli perchè non c’è pericolo per lui.
D.Si dice che fu un uomo mite, umile e che visse poveramente. E’ vero?
R.Sì è vero. Era moderato e cercava di risparmiare in tutto. Suor Vincenza, che lo controllava anche con le medicine quando era malato, doveva sempre insistere perché mangiasse un po’ di più; lui accettava per farla contenta. Le suore che lo accudivano si trovavano a disagio per avere il permesso di sostituire i suoi indumenti ormai consumati. I risparmi preferiva devolverli ai poveri. Un giorno andai a trovarlo a Venezia e suor Celestina mi disse: «Per favore, chieda a suo zio che ci lasci di comprare dei calzini, perchè sono stanca di continuare a ricucire i buchi». Le risposi: «Suor Celestina glielo chieda lei…». E la suora riprese: «Glielo ho detto anche ieri e mi ha detto: “Suora, lei che è così tanto brava con l’ago le aggiusti ancora una volta così i soldi dei calzini li diamo ai poveretti e la prossima volta che si bucheranno, vedremo…”».
D.Ritiene che i suoi criteri pastorali siano ancora validi?
R.Penso di sì, perché il suo atteggiamento verso Dio e verso gli altri, era caratterizzato da semplicità, carità, generosità e umiltà. Tutte queste caratteristiche sono un buon esempio valido per tutti i tempi e per tutti gli uomini di tutte le razze e di tutti i livelli sociali.
D.Cosa insegna e quali proposte di vita papa Giovanni Paolo I rivolge all’umanità di oggi?
R.Insegna innanzitutto che bisogna amare ed essere riconoscenti al Signore, dal quale abbiamo tutto, e per amor Suo dobbiamo imparare dal Signore stesso a voler bene agli altri, anche quando non ci piacciono. Inoltre, insegna che è molto importante tenere un tenore di vita semplice, senza eccessi e senza sprechi, perché quello che si ha in più deve essere dato ai poveri. I poveri devono essere sempre tenuti d’occhio e quando si può bisogna andargli incontro e aiutarli secondo le nostre possibilità.
D.Quali pubblicazioni consentono di conoscere meglio la spiritualità e la figura luminosa di questo papa ?
R.Il primo libro da leggere è quello scritto da lui, “Illustrissimi”, pubblicato dall’editrice “Messaggero” di Padova: è una raccolta di lettere immaginarie, già pubblicate sulla rivista Il messaggero di sant’Antonio, rivolte ciascuna ad un diverso personaggio celebre della storia, in cui si affrontano problemi diversi di vita, di fede. Poi c’è una grande quantità di pubblicazioni, più o meno fedeli, riguardo la sua vita. Dopo l’istituzione della Fondazione Vaticana Giovanni Paolo I – nata «per approfondire la figura, il pensiero e gli insegnamenti di papa Giovanni Paolo I», di cui è presidente il Cardinale Pietro Parolin – la Libreria Editrice Vaticana ha deciso di ripubblicare alcuni testi relativi a questo Papa, che abbiano una certa importanza. Sono già usciti: Papa Luciani-Cronaca di una morte di Stefania Falasca e Albino Luciani Giovanni Paolo I. Biografia ex documentis. Dagli Atti del processo canonico di Stefania Falasca – Davide Fiocco – Mauro Velati (984 pagine).
Qualcosa di più semplice: Antonio Preziosi, Indimenticabile. I 33 giorni di papa Luciani, edito da RAI libri – Cantagalli; Andrea Tornielli – Alessandro Zangrando, Papa Luciani. Il sorriso del Santo, Ed. Piemme; Mio fratello Albino. Ricordi e memorie della sorella di Stefania Falasca editrice 30 Giorni.
D.Signora Luciani, è fiera di essere nipote di papa Giovanni Paolo I capace di suscitare il consenso e la venerazione dei cattolici in generale e anche l’autentica considerazione di una porzione di non credenti?
R.Sì. Lo zio mi ha insegnato moltissime cose e ho imparato moltissime cose da lui. Sono fiera e cerco, quando posso e non è facile, di imitarlo.