Nei venti anni successivi alla fine della Seconda Guerra Mondiale, gli anni della ripresa economica, nella nostra città, come in altre realtà agricole, si era diffusa una patologia intestinale causata da un parassita, l’Anchilostoma Duodenalis.
In quel periodo si lavorava duramente e a Pescia erano molti gli addetti nel settore della floricoltura e della orticoltura; all’avanzamento economico delle famiglie però non sempre corrispondeva un analogo miglioramento della situazione dell’igiene pubblica e le abitazioni non avevano ancora un adeguato sistema di smaltimento dei liquami, che venivano invece riversati nel terreno.
Inoltre, i lavoratori agricoli non avevano ancora in dotazione protezioni, quali guanti o stivali di gomma.
Pertanto era molto frequente che queste persone si contaminassero con i parassiti che, nati dalle uova eliminate nelle feci umane, si moltiplicavano nel terreno e poi attraverso il contatto con la cute delle mani o dei piedi riuscivano ad entrare nell’organismo e ad arrivare, tramite la circolazione sanguigna, nella parte destra del cuore. Quindi agli alveoli, poi alla trachea e, con la deglutizione, all’esofago e al duodeno; qui si fermavano attaccandosi alla mucosa e dopo 5-6 settimane producevano le uova che venivano eliminate con le feci nel terreno.
Lo stesso terreno nel quale si lavorava.
Mentre negli anni ‘30 erano stati censiti solo 4 casi di Anchilostomiasi nella neonata provincia di Pistoia, rispetto ai 350 totali dell’intera Toscana, nei decenni successivi questa patologia subì un notevole incremento determinando in molti lavoratori disturbi quali anemia, dolori addominali e diarrea. Analoghi sintomi manifestavano i lavoratori delle risaie al nord Italia o i minatori in Sardegna.
Pertanto dal ‘54 in poi l’Ufficio d’Igiene e Sanità del Comune di Pescia iniziò a fare controlli analizzando i campioni di feci dei lavoratori a rischio e individuando così molti casi di Anchilostomiasi. In quell’anno nella zona di Collodi furono 20 i soggetti positivi.
Si riuscì in tal modo a circoscrivere e ridurre al minimo gli effetti di questa importante patologia e furono diffuse informazioni e istruzioni ai lavoratori potenzialmente interessati. Inoltre i medici, superando le diffidenze e i preconcetti di allora, iniziarono a denunciare regolarmente tutte le malattie infettive riscontrate.
Furono quindi eseguite centinaia di disinfezioni domiciliari e anche degli effetti personali presso lo Stabilimento di Disinfezione Ospedaliero mediante vapore a pressione in autoclave. Queste misure in seguito persero importanza in quanto affiancate e superate dalle misure di prevenzione.
L’Amministrazione Comunale a metà anni ‘50 studiò i provvedimenti più opportuni per dotare tutte le abitazioni di moderni servizi igienici e eseguì una campagna informativa per la protezione dei lavoratori a rischio; per questi progetti ottenne un contributo di 2milioni di lire dall’Alto Commissariato per l’Igiene e la Sanità Pubblica; nel frattempo, con un finanziamento di 10milioni, istituì un Centro Comunale per l’Accertamento e la Profilassi dell’Anchilostomiasi e delle altre malattie infettive intestinali.
Nel ‘57 fu individuato un altro focolaio di Anchilostomiasi in una zona agricola del Comune a sud della città; per questo l’Amministrazione ottenne contributi dallo Stato per migliorare la situazione igienica della zona (allacciamento all’acqua potabile, costruzione di latrine, pulizie straordinarie) e furono ripetuti centinaia di prelievi di feci con sistematicità periodica.
Nel ‘59 fu individuato un altro focolaio nella zona agricola prossima a Ponte all’Abate; a questo seguirono importanti miglioramenti igienico-sanitari col concorso dello Stato, lavori che riuscirono a debellare la malattia.
Negli anni successivi i casi di Anchilostomiasi nella nostra città furono 2 nel ‘61, 7 nel ‘62, 10 nel ‘63, 7 nel ‘64 e a tutte le persone interessate da parassiti furono impartite istruzioni per la cura e per la prevenzione. Da allora tale patologia è scomparsa.
(Tratto da Relazioni Amministrazione Comunale e dei Commissari Straordinari)