«L’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme è un sodalizio volto al sostegno e all’aiuto dei fratelli cristiani presenti in Terra Santa» afferma S.E. Comm. Ing. Giuseppe Michele Marrani Luogotenente per l’Italia Centrale Appenninica dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme.
D. Eccellenza, che cosa significa essere oggi “cavalieri” dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme?
R. Chi entra nell’Ordine è un credente che desidera svolgere attività di servizio a favore della Chiesa Cattolica e di carità nei confronti dei fratelli cristiani di Terra Santa.
Essere membri dell’Ordine presume una precisa volontà di sviluppare ed approfondire le tre virtù caratteristiche dell’Ordine: zelo alla rinuncia in mezzo a questa società dell’abbondanza, generoso impegno per i deboli e i non protetti, e la lotta coraggiosa per la giustizia e per la pace.
L’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme non è un ordine al merito che riconosce benemerenze passate ma è un ordine caritativo che propone ai suoi membri, attraverso l’amore ed il sostegno alla Terra Santa, di prendersi cura dei fratelli cristiani che vivono nella terra dove nostro Signore è nato, vissuto e morto per noi.
Essere cavalieri del Santo Sepolcro oggi significa assumere, per tutta la vita, l’impegno di testimonianza di fede, di pratica di vita cristiana dedicata e di impegno caritativo continuativo per il sostegno morale e materiale delle comunità cristiane di Terra Santa, da attuare con discrezione così come deve essere il vero impegno caritativo cristiano.
Non si entra nell’Ordine per diventare membri di una prestigiosa istituzione grazie a cui poter vantare uno “status” o per ottenere benefici e vantaggi personali.
Per questo riceviamo un aiuto importante dai Vescovi che ci aiutano a scegliere uomini e donne di Chiesa in grado di dare un contributo all’accrescimento spirituale di tutti noi e ad evitare di far entrare nell’Ordine persone che vedono nell’Ordine stesso un’opportunità di accrescimento sociale.
La vita spirituale di Cavalieri e Dame rappresenta per noi una priorità, al pari del loro impegno parrocchiale e del loro impegno economico per la Terra Santa.
D. Quali forme di aiuto forniscono i componenti dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme alla Terra Santa?
R. I membri dell’Ordine si impegnano a sostenere ed aiutare le opere e le istituzioni culturali, caritative e sociali della Chiesa Cattolica in Terra Santa, particolarmente quelle del Patriarcato Latino di Gerusalemme, con il quale l’Ordine mantiene legami tradizionali.
L’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme è l’unica Istituzione laicale dello Stato Vaticano a cui è affidato il compito di sopperire alle necessità del Patriarcato Latino di Gerusalemme e di tutte le attività ed iniziative a sostegno della presenza cristiana in Terra Santa. Le oblazioni dei suoi membri rappresentano dunque la principale fonte contributiva istituzionale del Patriarcato.
L’aiuto materiale dell’Ordine in Terra Santa è particolarmente indirizzato al sostegno finanziario delle attività istituzionali del Patriarcato Latino di Gerusalemme (pastorale, mantenimento del clero, Seminario, costruzione e manutenzione di edifici parrocchiali e scolastici, finanziamento delle scuole).
L’assistenza dell’Ordine comprende l’appoggio finanziario per la costruzione, restauro e funzionamento di altre Chiese e Santuari, Istituzioni educative, Centri di formazione, residenze per sacerdoti e religiosi, Istituti per l’infanzia, alloggi per gli anziani e gli handicappati, istituzioni sanitarie e di servizio sociale. L’Ordine sostiene anche progetti e programmi di sviluppo umano quali alloggi, concessione di borse di studio e di piccoli prestiti per inizio attività lavorative ed altre opere sociali.
Tutto questo per far sì che i fratelli cristiani di Terra Santa abbiano la possibilità di continuare a vivere in quella terra senza dover emigrare all’estero per sopravvivere.
Occorre evidenziare che la carità dell’Ordine si estende a tutti coloro che sono nel bisogno, senza differenza di fede e confessione religiosa.
All’aspetto materiale sopra menzionato si deve aggiungere l’aspetto spirituale che lega i cavalieri e le dame del Santo Sepolcro alla Terra Santa. Essere cavaliere significa amare la Terra Santa ed i fratelli che in quella terra vivono e come fratelli i cavalieri li ricordano nelle loro quotidiane preghiere.
D. Quali impegni vengono richiesti agli appartenenti dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme?
R. In primo luogo a tutti i cristiani è chiesto di vivere quotidianamente e mettere in pratica gli insegnamenti di Nostro Signore. Ai cavalieri e dame del Santo Sepolcro è chiesto un qualcosa in più che è quello di amare in modo particolare i fratelli di Terra Santa che al contrario del nome oggi è una terra martoriata da decenni di conflitti.
Ogni membro dell’Ordine deve avere premura per la conservazione e la propagazione della fede in quelle terre, interessandovi i cattolici sparsi in tutto il mondo, uniti nella carità dal simbolo dell’Ordine, nonché tutti i fratelli cristiani.
Come detto gli impegni dei membri dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme sono di due tipi: uno di ordine spirituale ed uno di ordite caritativo.
La crescita spirituale di tutti i componente è alla base dell’attività quotidiana dell’Ordine che prevede di rafforzare nei suoi membri la pratica della vita cristiana, in assoluta fedeltà al Sommo Pontefice e secondo gli insegnamenti della Chiesa, osservando come base i principi della carità dei quali l’Ordine è un mezzo fondamentale per gli aiuti alla Terra Santa.
Ciò si traduce nel partecipare ad incontri mensili che vengono organizzati dalle varie Delegazioni, dalle Sezioni e dalle Luogotenenze.
L’altro aspetto è quello caritativo che vede affidato ad ogni cavaliere e dama dell’Ordine il compito di sopperire alle necessità del Patriarcato Latino di Gerusalemme e di tutte le attività ed iniziative a sostegno della presenza cristiana. Questo si traduce nell’impegno a versare annualmente una quota fissa pro capite ed a farse carico di donazioni straordinarie sulla base del buon cuore di ciascuno membro.
Tutto ciò senza perdere di vista l’appartenenza di ciascuno alla propria Chiesa particolare con la quale viene chiesto di collaborare per le esigenze e le necessità locali.
D. Ritiene che l’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme abbia un ruolo incisivo nella vita sociale dei cristiani?
R. Per rispondere alla sua domanda partirei da un importante documento della Chiesa:
l’esortazione Apostolica post-sinodale Christifideles laici, nella quale, san Giovanni Paolo II, chiama i fedeli laici a scoprire e attuare la propria «vocazione e missione nella Chiesa e nel mondo». Nel documento Magisteriale si prende, ad esempio, la parabola del seminatore e quindi «La parabola evangelica spalanca davanti al nostro sguardo l’immensa vigna del Signore e la moltitudine di persone, uomini e donne, che da Lui sono chiamate e mandate perché in essa abbiano a lavorare. La vigna è il mondo intero (cf. Mt 13, 38), che dev’essere trasformato secondo il disegno di Dio in vista dell’avvento definitivo del Regno di Dio». Il laico di conseguenza, ed il nostro è un Ordine laicale, è invitato a una mediazione culturale che, a partire dai valori della fede, giunga alla prassi, tramite l’aiuto di diagnosi di situazioni, di lettura dei fatti e, in quanto battezzati, divenire responsabili dell’ordine temporale, superando cosi “l’ecclesiocentrismo” a favore di una Chiesa che, attraverso il dialogo e l’ascolto, sia a servizio di tutti gli uomini. Nello specifico dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro si declina, ad esempio, con il servizio che, attraverso le scuole patriarcali, offriamo a tutti gli alunni della Palestina: cristiani e appartenenti ad altre confessioni religiose. Nella nostra Luogotenenza, generalmente, i Cavalieri e le Dame oltre che collaborare, a vario titolo e con diverse responsabilità con parrocchie e diocesi, vivono anche nel lavoro e nelle professioni la fedeltà alla milizia cavalleresca. Che è essenzialmente lo spirito di servizio che, attraverso la competenza esercitata, diventa testimonianza di vita e condivisione di valori nella ricerca del bene comune.
D. Quale ruolo assume l’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme nella Chiesa di papa Francesco?
R. Per risponderle mi riferirò al discorso fatto da papa Francesco ai partecipanti all’incontro internazionale “La Chiesa in uscita”, del 30 Novembre 2019. Il Santo Padre diceva che: «Vorrei dirvi con molta semplicità: la gioia del Vangelo scaturisce dall’incontro con Gesù. È quando incontriamo il Signore che veniamo inondati da quell’amore di cui Lui solo è capace. Allora, «quando permettiamo a Dio di condurci al di là di noi stessi», la vita cambia e «raggiungiamo il nostro essere più vero. Lì sta la sorgente dell’azione evangelizzatrice» (Esort. ap. Evangelii gaudium, 8). Perché a quel punto l’esigenza di annunciarlo nasce spontanea, diventa irrefrenabile, anche senza parole, con la testimonianza».
Tutti i cristiani sono invitati, in forza dei sacramenti del Battesimo e della Confermazione, ad essere testimoni con la vita della fede.
Come Cavalieri e Dame siamo quindi impegnati ad un cammino particolare che, come recita il nostro statuto, da un lato riguarda l’approfondimento della vita spirituale e dall’altro il servizio svolto nella Chiesa Universale a favore della Chiesa di Gerusalemme. Credo pertanto che la missione dell’Ordine si coniughi bene con l’invito fatto da papa Francesco di una “Chiesa in uscita”. I Cavalieri e le Dame portano là dove vivono la testimonianza non solo di una fede personale, ma anche di uno stile di vita. Che è fatto di preghiera ed impegno concreto verso il prossimo.
D. Eccellenza, quali sono i problemi che la preoccupano di più in questo periodo?
R. La pandemia che ha colpito il mondo intero ha portato ad una crisi economica globale che in Terra Santa si sta facendo sentire in particolar modo.
Il cardinale Fernando Filoni, Gran Maestro del nostro Ordine, ha messo in luce l’emergenza che si è venuta a creare affermando che «al momento, è urgente che le famiglie Cristiane che vivono in quei Paesi siano sostenute per le loro necessità basilari, soprattutto per quelle persone che hanno perso il lavoro a causa del collasso dei pellegrinaggi e del turismo e per l’impossibilità di recarsi quotidianamente al lavoro in Israele. Allo stesso modo, è necessario un sostegno finanziario per garantire la liquidità necessaria per mantenere operative le 38 scuole del Patriarcato Latino di Gerusalemme in Palestina e Giordania, con gli oltre 15.000 alunni e gli oltre 1.300 fra insegnanti ed impiegati».
Proprio per questo, pur consapevole delle difficoltà causate dalla pandemia a molti di noi, ho chiesto a tutti i membri della Luogotenenza per l’Italia Centrale Appenninica di farsi carico di queste necessità impellenti mediante un’offerta caritativa che rappresenti per ciascuno non il dare qualcosa che è superfluo ma di allargare il cuore ed il portafoglio per donare una somma che deve rappresentare per noi un sacrificio in modo tale da rendere ancor più gradita al Signore la nostra offerta.