Federica Fratoni, assessore regionale uscente, è nuovamente candidata al Consiglio Regionale nelle liste del Partito Democratico, Come sempre disponibile, ci ha rilasciato l’intervista che segue.
D. Secondo lei, cosa si può fare e in quali modi si può affrontare la disoccupazione nella Regione Toscana?
R. L’epidemia Covid-19 e il necessario blocco delle attività produttive ha determinato un impatto profondo sull’economia e l’occupazione, anche in Toscana il mercato del lavoro ha mostrato i segni pesanti della crisi con l’esplosione della cassa integrazione e di richieste di sussidi per il sostegno al reddito. Occorre un piano di politiche attive del lavoro con un sistema di interventi volti al sostegno di famiglie, lavoratori e imprese nonché al reinserimento lavorativo e in questo senso la Toscana non si fa trovare impreparata. Il sistema messo in piedi, anche attraverso il Piano integrato per l’occupazione, ha dimostrato di sapere dare risposte efficaci ed è di pochi giorni fa la richiesta al Ministero del lavoro per lo sblocco dei 53,8 milioni, residuo delle passate gestioni dei fondi della cassa integrazione in deroga, per riproporre in maniera ampliata il Piano e arrivare così a sostenere con politiche attive mirate circa 12 mila disoccupati.
D. Quali finalità politiche economiche e sociali intende perseguire nella prossima legislatura?
R. Abbiamo davanti grandi sfide ma anche grandi opportunità. E’ fondamentale impiegare in maniera efficace le risorse europee e nazionali in arrivo per il rilancio economico e occupazionale del territorio, in un quadro che guarda a modelli sostenibili e all’economia circolare e con un occhio di riguardo alle cosiddette aree interne. La Regione Toscana mette in campo da subito, grazie alla riprogrammazione dei Fondi europei, ben 141 milioni di euro. E’ fondamentale investire in infrastrutture, non solo quelle viarie e funzionali alla difesa idraulica, per le quali molto abbiamo fatto in questi anni, ma anche sociali, penso alla sanità e alla rete delle case della Salute, e tecnologiche, come la diffusione della banda ultra larga. In questo senso l’esperienza della pandemia ha velocizzato il processo di digitalizzazione e messo in evidenza le carenze ad oggi esistenti sulle quali è necessario intervenire. A questo si aggiunge la valorizzazione delle identità territoriali e del patrimonio naturalistico, storico e culturale e di ingegni che le rappresenta.
D. A prescindere dal covid 19, quali sono i virus da debellare con gli anticorpi della politica?
R. La paura, i populismi, gli egosimi sociali e le approssimazioni. Bisogna ripartire da una coscienza democratica che guarda all’interesse comune e non alla propaganda, dall’ascolto dei cittadini, da risposte concrete e da una classe dirigente preparata e all’altezza delle sfide che oggi il cambiamento ci impone.
D. A suo avviso, perché un elettore dovrebbe votare per il centro sinistra?
R. Per l’idea che ha di società: coesa, solidale e libera. In questo momento più che mai siamo chiamati a scegliere fra due sistemi di valori. Il centro sinistra a cui appartengo vuole una sanità pubblica e universale, la tutela dei diritti civili e sociali, una scuola capace di garantire a tutti crescita e cultura, e non per ultimo una visione europeista fatta di dialogo e collaborazione che oggi ci consente di aderire alla programmazione dei fondi.