A pochi giorni dall’improvvisa scomparsa del Maestro Ennio Morricone, il Cittadino ha intervistato un suo grande amico, Edoardo Vianello.
D. Edoardo Vianello, quali sentimenti e quali riflessioni le hanno suscitato la morte del m° Ennio Morricone?
R. Quando si spegne una grande mente, un immenso e colto musicista, il più grande compositore italiano, insieme a Puccini, dell’ultimo secolo, oltretutto mio amico da più di 60 anni, non può che rimanere un’infinita malinconia ed una struggente nostalgia per la persona speciale che è stato il maestro. Mi sento onorato di aver potuto lavorare con lui tanti anni, soprattutto nel periodo che sia per me che per lui era quello degli esordi.
D. Quali sono i tratti caratteristici delle composizioni musicali di Ennio Morricone?
R. La caratteristica delle composizioni dei Morricone è l’imprevedibilità dello sviluppo di ogni tema musicale e di ogni melodia. Se il brano non lo conosci e lo ascolti per la prima volta, non sei mai in grado di intuire come possa evolversi nella sua stesura. Ti sorprende sempre con una nuova apertura o con un’armonizzazione non consueta. Non è mai banale e sempre innovativo.
D. Ennio Morricone sarà sempre famoso anche per la composizione di colonne sonore di film. Qual è, secondo lei, la più bella?
R. Credo che siano indimenticabili i suoi western con Sergio Leone, Metti una sera a cena, Mission, C’era una volta in America e tante altre.
D. A parer suo, da quale composizione emerge soprattutto il suo talento artistico?
R. Difficile dire quale composizione emerga perché in tutte c’è sempre qualche idea straordinaria alla quale bisogna sempre aggiungere la magia di orchestrazioni eccezionali, di suoni imprevisti e fusioni di strumenti mai azzardate da altri.
D.Quali ricordi personali conserva del maestro Morricone?
R. Era una persona molto riservata, concentratissimo sul suo lavoro e sulla sua famiglia. L’ho conosciuto nel 1959 a Milano perché recitavo in una compagnia teatrale importante (Masiero-Volonghi-Lionello) in una commedia di Luciano Salce, le cui musiche erano del maestro Morricone. Successivamente abbiamo lavorato otto anni nella discografia in quanto lui ha arrangiato tutte le mie canzoni più importanti degli anni ’60 (Pinne fucile ed occhiali, Guarda come dondolo, Abbronzatissima, O mio Signore, Il cicerone, Ma guardatela, Tremarella, Da molto lontano e tante altre) contribuendo a farle rimanere sempre attuali e moderne. Ho cantato a Sanremo nel 1966 il brano Parlami di te, sotto la sua direzione, ed è l’unica volta che Morricone ha diretto un cantante al festival; inoltre è stato mio testimone di nozze quando ho sposato Wilma Goich.
Conserverò sempre il ricordo del suo rigore e della sua competenza, del carisma che emanava quando dirigeva l’orchestra o quando semplicemente ti faceva ascoltare qualche tema che stava componendo, rimanendo sempre affascinato dall’originalità della sua musica.
R. Quando si spegne una grande mente, un immenso e colto musicista, il più grande compositore italiano, insieme a Puccini, dell’ultimo secolo, oltretutto mio amico da più di 60 anni, non può che rimanere un’infinita malinconia ed una struggente nostalgia per la persona speciale che è stato il maestro. Mi sento onorato di aver potuto lavorare con lui tanti anni, soprattutto nel periodo che sia per me che per lui era quello degli esordi.
D. Quali sono i tratti caratteristici delle composizioni musicali di Ennio Morricone?
R. La caratteristica delle composizioni dei Morricone è l’imprevedibilità dello sviluppo di ogni tema musicale e di ogni melodia. Se il brano non lo conosci e lo ascolti per la prima volta, non sei mai in grado di intuire come possa evolversi nella sua stesura. Ti sorprende sempre con una nuova apertura o con un’armonizzazione non consueta. Non è mai banale e sempre innovativo.
D. Ennio Morricone sarà sempre famoso anche per la composizione di colonne sonore di film. Qual è, secondo lei, la più bella?
R. Credo che siano indimenticabili i suoi western con Sergio Leone, Metti una sera a cena, Mission, C’era una volta in America e tante altre.
D. A parer suo, da quale composizione emerge soprattutto il suo talento artistico?
R. Difficile dire quale composizione emerga perché in tutte c’è sempre qualche idea straordinaria alla quale bisogna sempre aggiungere la magia di orchestrazioni eccezionali, di suoni imprevisti e fusioni di strumenti mai azzardate da altri.
D.Quali ricordi personali conserva del maestro Morricone?
R. Era una persona molto riservata, concentratissimo sul suo lavoro e sulla sua famiglia. L’ho conosciuto nel 1959 a Milano perché recitavo in una compagnia teatrale importante (Masiero-Volonghi-Lionello) in una commedia di Luciano Salce, le cui musiche erano del maestro Morricone. Successivamente abbiamo lavorato otto anni nella discografia in quanto lui ha arrangiato tutte le mie canzoni più importanti degli anni ’60 (Pinne fucile ed occhiali, Guarda come dondolo, Abbronzatissima, O mio Signore, Il cicerone, Ma guardatela, Tremarella, Da molto lontano e tante altre) contribuendo a farle rimanere sempre attuali e moderne. Ho cantato a Sanremo nel 1966 il brano Parlami di te, sotto la sua direzione, ed è l’unica volta che Morricone ha diretto un cantante al festival; inoltre è stato mio testimone di nozze quando ho sposato Wilma Goich.
Conserverò sempre il ricordo del suo rigore e della sua competenza, del carisma che emanava quando dirigeva l’orchestra o quando semplicemente ti faceva ascoltare qualche tema che stava componendo, rimanendo sempre affascinato dall’originalità della sua musica.