Home ROSY GIANNESCHI Il Robot | Rosy Gianneschi

Il Robot | Rosy Gianneschi

La bomba della tecnologia ci è scoppiata improvvisamente in mano, e miracolosamente siamo rimasti tutti più o meno indenni, chi più e chi meno, dico, nel senso che qualcuno è riuscito a rimanere Uomo pur cogliendo i lati positivi della faccenda e sfruttando certe potenzialità delle macchine e dell’informatica fino a poco tempo fa pressoché sconosciute o non in uso, e qualcun altro invece ha perso la testa e dalla frenesia di non perdere il contatto col mondo e diventare un eremita senza più né affetti né amici è diventato un Robot d’eccezione, tramutando il suo corpo in plastica e lamiera e l’anima in un ammasso confuso di fili e di centraline, al minimo sussulto immediatamente pronte ad andare in tilt.

Trattasi di due nuove categorie di uomini, due nuove categorie che si pongono in continuazione con l’antica ripartizione in Uomini, Mezz’Uomini, Ominicchi…de Il Giorno della Civetta.

I tempi durissimi che abbiamo vissuto (mi riferisco a questi ultimi 2-3 mesi praticamente di non  vita, o se uno volesse essere buono e pacato – cosa che non è mia intenzione – di vita IN SOSPESO, vissuta col fiato tirato e costantemente bloccato a metà) mi hanno di nuovo spinto davanti alla televisione, davanti allo strumento del telefono (che ho scoperto che allunga veramente la vita, contrariamente al mio assolutamente non troppo remoto pensiero contrario di prima), a guardare solamente tramite un video gli amici di sempre, costretta a non toccare, a non abbracciare ma soltanto a parlare ed a vedere, a vedere case che non sono le mie, luoghi filtrati da un obiettivo, quasi surreali per forme e per colori, direi, e comunque inattesi, non palpabili, non calpestabili…e allora che luoghi sono, se non ci si può andare?

In questa utopia possono accettare di vivere solamente i Robot, penso io, privi di sensi e di sentimenti: i Robot infatti ben posso vivere in un mondo completamente asettico e sterile, senza profumi e senza sole; i Robot ben possono muovere i loro passi di piombo incuranti del fatto che sotto i loro piedi ci sia erba o nero asfalto; per i Robot infatti nulla cambia, e neppure l’alternarsi del giorno e della notte rileva, e neppure l’incedere del tempo rileva. I Robot fanno sempre le stesse cose nella stessa maniera e senza impegnare il loro cuore, con una precisione meticolosa e matematica che non ammette che una ciambella venga senza buco.

Eppure bisogna tener conto anche di questa, seppur infinitesima, probabilità, il pericolo c’è, è inutile nasconderlo.

Nella vita non tutto si può programmare, per quanto bravi qualcosa può sfuggire dal controllo, e non c’è Robot e tecnologia che tenga. L’Uomo col cuore serve sempre, magari questo sarà un pensiero primitivo ed anacronistico, ma l’Uomo col cuore che talvolta sbaglia per non essere riuscito a pianificare tutto e proprio tutto serve ancora, e per questo non lo scartiamo e di certo non lo buttiamo via.

L’Uomo col cuore piange e ride, non si vergogna di mostrare i suoi sentimenti, anche quelli rabbiosi e di disperazione; l’Uomo col cuore cerca il suo simile e lo abbraccia e lo aiuta, e talvolta gli fa pure del male con la ferma convinzione di fargli del bene (anche le categorie del bene e del male sono vecchie come il mondo, ma ancora oggi – e tanto – ci fanno discutere).

L’Uomo col cuore cerca comunque la vita, quella che si può gustare sorso a sorso, quella fatta di tante piccole grandi cose, nessuna delle quali fortunatamente virtuali.

In questa descrizione non si può però trascurare il fatto che delle volte l’Uomo col cuore si traveste e si trasforma, indossando armatura e corazza, diventando almeno in apparenza molto simile ad un Robot, irraggiungibile, incorruttibile, impenetrabile, quasi dimenticando la sua indole e divenendo facilmente altro da lui.

Ed ecco che le due categorie si contemperano, perdono i loro tratti salienti ed i loro confini, quasi a dimostrare quanto inutili siano le divisioni in gruppi e le categorizzazioni.

Tutto il mondo è paese, vecchia storia anche questa qui, il bello sarebbe costruire un Robot resistente a tutte le brutture ma con ben conficcato nel petto un cuore dolce e palpitante, capace di disinteressatamente amare.

Che questa sia una nuova strategia per vivere e sopravvivere?

Beata tecnologia, aiutaci Tu…