Oggi il problema del diradamento dei capelli e della calvizie può essere affrontato con soluzioni sempre più mirate ed efficaci, anche grazie a un nuovo test genetico che consente di individuare alcune alterazioni del cromosoma X, fortemente associate alla calvizie precoce sia negli uomini sia nelle donne: Più precisamente, si tratta di verificare la presenza di una specifica variante nel gene del recettore per gli androgeni, che si trova appunto nel cromosoma X. E’, infatti, la presenza di questa variante a rendere il follicolo più sensibile all’azione del diidrotestosterone, l’ormone responsabile del progressivo assottigliamento e diradamento dei capelli.
Conoscere in anticipo la propria percentuale di rischio sul fronte della perdita dei capelli permette di impostare terapie precoci o, al contrario, di evitare trattamenti inutili. Il test si esegue su un campione di saliva e non richiede prelievo di sangue. Lo stesso rinfoltimento del cuoio capelluto, del resto, oggi viene sempre più personalizzato, tenendo conto delle caratteristiche individuali del paziente (età, sesso, forma del viso). Un traguardo che è stato reso possibile soprattutto dalle nuove metodiche di autotrapianto, la Fue e la Fuss. La prima è impiegata nei casi di rinfoltimento di piccole aree, come le stempiature: i bulbi vengono prelevati singolarmente dalla regione occipitale e trapiantati direttamente nell’area che interessa. La seconda, invece, trova indicazione quando il diradamento dei capelli interessa zone già piuttosto estese: sempre dall’area occipitale vengono prelevati i bulbi, per procedere poi con innesti mirati, monobulbari nella zona dell’attaccatura dei capelli, bi o tribulbari a mano a mano che ci si avvicina al centro della testa. Così facendo si ottiene una capigliatura dal volume ottimale, e dall’effetto il più naturale possibile.
A questo punto, i risultati della terapia chirurgica vengono rafforzati e consolidati da una specifica terapia farmacologica. Lo scopo è soprattutto quello di salvaguardare i capelli indigeni ancora presenti nelle zone diradate, i quali vanno supportati in modo adeguato. La scelta può orientarsi verso trattamenti strettamente farmacologici oppure a base di principi attivi naturali; l’impostazione della cura, a seconda dei casi, può essere continuativa o a cicli.
Collaudate da anni, e di comprovata efficacia, sono le terapie a base di minoxidil ed antiandrogeni (sotto forma di lozione, da applicare localmente) e a base di finasteride (da assumere per via orale). Un’alternativa interessante è quella degli integratori naturali, come la serenoa repens , con un’azione simile a quella della finasteride e la cui assunzione viene consigliata soprattutto a chi non ama i principi chimici. Da ultimo importante e’ un supporto terapeutico con antiossidanti specifici in campo tricologico come il resveratrolo e la curcumina che rappresentano il complemento ideale alla terapia medica di base.