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Roberto Ulivi: “Con Covid-19, Europa a rischio deflagrazione” | Intervista di Carlo Pellegrini

D.Covid-19 e fase-2. Senatore Roberto Ulivi, quale contesto economico ci troveremo davanti?

R. “Si presenterà un contesto economico paragonabile ad un dopoguerra, senza la possibilità di una ricostruzione infrastrutturale perchè fortunatamente nessuno ha bombardato, la guerra è stata con un nemico invisibile.
Senza un adeguato sostegno economico a fondo perduto da parte dello Stato verso le imprese piccole, medie e grandi, si rischia di perdere il 60% del patrimonio di imprese nazionali. La conseguenza sarà la perdita di milioni di posti di lavoro e una voragine sociale epocale”.


D. La crisi economica causata dal Covid-19 vedrà aumentare il debito pubblico, la disoccupazione e numerose famiglie dovranno fare i conti perfino con la mancanza di beni di prima necessità come il cibo.

Quali strumenti e quali alternative possiede l’Italia per affrontare questa situazione?

R. “L’unico strumento per arginare questa situazione può solo essere quello di “Investire” su un maggiore indebitamento, nell’ordine di 400/500 Miliardi di Euro, per sostenere le imprese Italiane al fine di tutelare i posti di lavoro e dare nel tempo una virata importante al PIL nazionale. Questo potrebbe permettere di far fronte all’indebitamento.


D. I provvedimenti anti crisi adottati dagli Stati Uniti d’America e dalla Cina potrebbero essere anche applicabili all’economia italiana?

R. “Gli strumenti usati da Cina e Stati Uniti non possono essere applicati al nostro Paese, per un fatto molto semplice, non abbiamo una Banca Centrale che ci permette di stampare moneta e nemmeno di acquisire illimitatamente i Titoli Obbligazionari.


D. Questa crisi pensa che possa incidere negativamente sulla stabilità futura dell’Unione Europea?

R. “La stabilità dell’Unione Europea è già molto labile, questa situazione rischia di portarla alla deflagrazione, l’unica soluzione è che si costituisca l’Europa dei Popoli con una Banca Centrale a controllo politico come la Federal Reserve degli Stati Uniti”.