Home ROSY GIANNESCHI Intervista doppia: quattro chiacchiere con Gianluca Ghera e Giovanni Boldrini |...

Intervista doppia: quattro chiacchiere con Gianluca Ghera e Giovanni Boldrini | Rosy Gianneschi

Gianluca Ghera, delegato del Comitato Italiano Paralimpico per Pistoia: sport e disabili ai tempi del Corona Virus, che cosa è cambiato?
Stiamo affrontando con coraggio l’emergenza. Lo sport per un disabile, oltre che essere uno strumento per il benessere psico- fisico, è anche un modo per socializzare; questi momenti di condivisione oggi mancano pesantemente. Temevo soprattutto per chi soffre di disabilità intellettive e relazionali, per chi ha abitudini e necessità di punti fissi di riferimento. Questi ragazzi invece sono riusciti a calarsi in questa nuova dimensione con grande spirito di adattamento. Nei momenti più difficili le persone tirano fuori il meglio di sé. All’inizio, come Comitato Toscana, abbiamo fatto tutorial per consentire attività motoria da casa. Ora pian piano l’attività sta riprendendo e speriamo di poter ricominciare alla grande a settembre. Dietro lo sport di un disabile c’è anche il problema di chi assiste questi ragazzi a 360° ed anche quello dei trasporti. Il Comitato, attraverso le sue federazioni, sta pensando di non far pagare i tesseramenti di tutti gli atleti per il 2021. Io personalmente sono d’accordo. Andranno reperite adeguate risorse finanziarie, ma ora credo che nella nostra comunità ci siano bisogni ancora maggiori.

 

Giovanni Boldrini, Re di Cuori: la pittura come terapia per ogni forma di disagio. Che cosa dipingeresti in questo istante?
Se fossi un bravo pittore dipingerei la meraviglia assoluta di una vita che nasce. In questo preciso istante dipingerei un immenso cuore bianco con sfumature di rosa come buon auspicio per il futuro di tutti noi.

Gianluca, raccontaci a voce alta un Tuo sogno ad occhi aperti…
…questa emergenza ci ha stravolto la vita. Tuttavia, abbiamo avuto modo di ascoltarci, di guardarci dentro con sincerità e capire quali sono le cose essenziali. Mi mancano abbracci ed affetti. Mi accorgo delle cose importanti ora che mi sono venute a mancare. Stiamo vivendo il nostro “cupo medioevo”: c’è bisogno di un nuovo “rinascimento”, per diventare persone migliori, partendo da noi stessi e tirando fuori il meglio. Ci aspettano tempi duri, per superali dobbiamo uscire dai nostri egoismi. Mai pensare che una cosa non ti tocchi, e questo virus ce lo ha sicuramente insegnato…

Giovanni, sei diventato nonno da poche ore/giorni….che cosa diresti ai ragazzi d’oggi?
In questo momento mi trovo davanti alla Cappellina di S. Bartolomeo, protettore dei bambini, segno di speranza per il nostro futuro: Occorreranno tempo e pazienza perché possa tornare tutto come “prima”. L’essenziale è non dimenticarsi di amare, tenere lontane le ipocrisie ed essere umili; l’essenziale è non odiare, pensare al bene, scacciare la tristezza. Alla mia età sento ancora fortemente dentro di me il germe della speranza e del domani. E da oggi parlo anche col cuore felice di un nonno!

NDR: Grazie Amici, di Cuore!