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Onorevole Giorgio Silli: “Covid-19 non è semplice influenza. Cina dittatura” | Intervista di Carlo Pellegrini

Su questi giorni drammatici in cui l’Italia, e il mondo, è ancora piegata dal coronavirus, leggiamo il punto di vista dell’onorevole Giorgio Silli.

Silli, a seguito della delibera del Consiglio dei Ministri del 31 gennaio 2020, che decretava “lo stato di emergenza”, ritiene lei che siano stati persi tempi preziosi per l’approvvigionamento e la dotazione di tutti quei dispositivi medici e paramedici per fronteggiare la potenziale emergenza del covid 19?
R. Sì, assolutamente. Purtroppo le istituzioni e il Governo hanno minimizzato troppo, cercando di definirlo una semplice influenza, diciamo che l’hanno tirata troppo per le lunghe… Salvo poi accorgersi che era veramente qualcosa di drammatico e trovarsi senza mascherine o dispositivi medici oltre che dover chiudere tutto.

Per quali ragioni non sono state accolte le misure di contenimento come quelle impiegate dalla Cina?
R. La Cina è una dittatura. Non sarebbe pensabile imporre la pena di morte per chi disattende la quarantena o per chi nasconde i propri sintomi. Meno male che non è così. Non credo che sia confrontabile la cosa.

Ritiene o no che questa crisi storica ponga l’obbligo di una valutazione e rivalutazione del sistema di globalizzazione così come storicamente si è determinato?
R. Sicuramente una riflessione su questa globalizzazione selvaggia alla quale abbiamo assistito ci sarà, ma non torneremo mai indietro. Oramai è impossibile. Il mondo è totalmente globalizzato sotto ogni punto di vista sia comunicativo che produttivo ecc… Spero, invece, che serva a svegliare un po’ le organizzazioni sopra nazionali come, per esempio, l’Europa, spiegando loro che forse ci sono dei momenti in cui la solidarietà vera non è necessaria ma indispensabile.

Lo Stato ha trasferito ai comuni 400 milioni di euro. Con queste risorse i comuni dovranno garantire mezzi di sussistenza ai cittadini in condizione di estremo bisogno. Come valuta questa iniziativa?
R. Sono pochi, però meglio che nulla vanno bene anche 400 milioni. Devo dire: sono un po’ perplesso per il metodo, cioè hanno sostanzialmente delegato ai sindaci l’utilizzo di questi 400 milioni di euro. Non so bene con quale meccanismo lo faranno. Addirittura c’è una circolare di Anci la quale dice che non ci dovrà essere rendicontazione e che non ci sono limiti temporali per la spesa. Però sono pochi. E’ chiaro che andranno alle famiglie indigenti, ma il totale sono 400 milioni di liquidità inserita che assolutamente servono come aiuto per far mangiare le citate famiglie indigenti, ma non servono certamente a rilanciare l’economia.

Quale scenario economico-sanitario immagina al termine di questa pandemia?
R. Da punto di vista sanitario, secondo me, ne usciremo più forti. Perchè, comunque, abbiamo vissuto un’emergenza e abbiamo capito che cosa significa doversi tutelare. Da un punto di vista economico temo che se non si trovano 200 miliardi e non si riaprono le aziende gradualmente con tutte le attenzioni del caso dopo Pasqua, ho paura che rischierà di precipitare in una Apocalisse economica, perlomeno nel nostro paese, perchè in altri paesi, come per esempio, gli USA hanno versato liquidità a iosa in tutte le aziende e in tutti i conti correnti.