Vista l’aria che tira attorno a noi italiani, mi scappa di dire un’altra volta quello che penso. Il coronavirus ci ha cacciato in un tunnel pauroso e pericoloso, non per colpa nostra e non sappiamo quando finirà. Siamo certi però che alla fine ci attende una tremenda crisi economica, conseguenza inevitabile di questa pandemia.
Piangiamo oltre ventimila morti e avremmo bisogno della solidarietà dei nostri partner europei. Da giovani pensavamo di far nascere l’Europa dei popoli, per condividere il benessere e appianare le disparità, aiutando chi si fosse trovato in difficoltà, per spingere e stimolare chi si fosse trovato indietro, perché gli Stati uniformassero i loro sistemi di governo con l’obiettivo di garantire ai cittadini libertà, parità di trattamento e di opportunità.
Utopia? Utopia!
Ce l’hanno fatto credere e noi ci abbiamo creduto. Altri, come i fatti hanno dimostrato, erano in malafede fin dall’inizio. Gli inglesi, che lo sospettavano, l’hanno capito e se ne sono andati sbattendo la porta.
Ora, in questo durissimo momento nel quale sarebbe indispensabile ottenerla, questa solidarietà, senza nemmeno doverla chiedere, ci chiudono le porte, ci offendono e ci sputano in faccia, anzi si preparano a toglierci la possibilità di difenderci per potersi impadronire, come sciacalli, di quanto in Italia c’è. E c’è tanto, di economicamente appetibile.
Scrive il “Die Welt”, importante giornale tedesco, dopo le reiterate legnate che la cancelliera Merkel ci ha rifilato: “La mafia aspetta soltanto i soldi dell’Europa e gli italiani devono essere controllati dalla Commissione Europea”. Cioè, noi siamo un popolo di mafiosi ai quali va impedito di rubare i soldi dei tedeschi.
Gli fa eco un giornalista olandese, intimo amico del primo ministro che di solito fa da caporale a guardia degli interessi tedeschi, che scrive: “Stiamo salvando gli ottantenni obesi che fumano e che comunque sarebbero morti ugualmente” e, di conserva, l’amico capo di Governo ha detto all’Eurogruppo che comunque noi italiani non avremmo mai restituito i prestiti.
Non si possono accettare senza ribellarsi offese e lezioni da chi è privo di etica, di morale e, soprattutto, di memoria. Se si vuole avere un futuro è indispensabile avere memoria del passato e il passato ci dice che la Germania ha provocato (e perso) due guerre mondiali; che la volontà di dominio economico in Europa e fuori ne è stata sempre la causa determinante. Questo naturalmente i tedeschi l’hanno dimenticato.
Un tizio con i baffetti di nome Hitler fece diventare tutti i tedeschi nazisti e difesero il nazismo fino all’ultimo respiro. Poi, dalla sera alla mattina, la metà di loro divenne filoamericana e l’altra metà comunisti e di quelli cattivi, tanto da costruire un muro per dividersi e se qualcuno tentava il salto gli sparavano in testa.
Poi, sempre di colpo, caduto il muro, si son scordati immediatamente di esser stati prima nazisti, poi comunisti per diventare tutti bravi tedeschi democratici.
Son così bravi e democratici e rigorosi che si son scordati di essere falliti almeno due volte. Nel 1923 poterono sopravvivere grazie a un prestito internazionale creato dagli USA per 800 milioni di marchi oro, da restituire in 60 anni; nel 1933 i nazisti smisero di pagare il debito.
Nel 1953 la Germania, praticamente fallita, ottenne dagli alleati, nella Conferenza di Londra, di vedersi annullare il suo debito (vecchio e nuovo) per almeno due terzi. Il restante, una parte da pagarsi in 30 anni e l’altra da iniziare a pagare solo dopo che fosse avvenuta l’unificazione delle due Germanie che all’epoca era come dire mai. Tra i firmatari dell’accordo che concedeva i benefici c’erano anche l’Italia e la tanto maltrattata Grecia. Riunificata imprevedibilmente la Germania, nel 1990 il cancelliere tedesco Kohl si rifiutò di pagare quanto previsto nell’accordo di Londra.
Come dice il grazioso giornale tedesco noi abbiamo la mafia, è certo, e aggiungo che abbiamo anche la camorra e la ndrangheta, ma abbiamo sempre pagato i nostri debiti. In quanto a dover essere controllati perché italiani imbroglioni, mi par di ricordare che un paio di anni orsono, non un picciotto o un mammasantissima, ma la Mercedes, l’Audi, la Volkswagen, su circa un milione di vetture hanno montato congegni illegali per imbrogliare le leggi sulle emissioni inquinanti degli scarichi.
Quanto all’Olanda ed ai simpatici olandesi, fedeli damerini dei rigidi germanici, sono quelli che, grazie al sistema Europa, hanno creato quello che si può chiamare uno Stato canaglia, che fa concorrenza piratesca agli altri con la creazione di un “paradiso fiscale” a favore delle grandi aziende straniere, rastrellando così grandi risorse fiscali che sarebbero dovute agli Stati di origine. Per informazioni chiedere a Fiat, Mediaset, Campari, Ferrero, Cementir, Luxottica, ecc. ecc., aziende italiane che hanno spostato la sede il Olanda. Forse perché ci sono i tulipani? O i mulini a vento? O perché lì pagheranno molte meno tasse?
Occorre ricordare a quel giornalista amico del capo olandese Rutte (il nome è tutto un programma) che la sua mancanza di morale non è una novità per l’etica caratterizzante l’Olanda, dove le droghe son sempre state viste con benevola proibizione e le prostitute esibite in vetrina come prodotto caratteristico.
Dovrebbe ricordare quel figuro ripugnante, che vorrebbe eliminare le persone da lui ritenute inutili, che il suo pensiero si associa a quello dei soldati olandesi che nel 1995, schierati come truppe dell’ONU a difesa di 8327 musulmani bosniaci, prigionieri inermi, a Sebrenica si voltarono dall’altra parte lasciando che i serbi del generale Madlic li massacrassero tutti.
Quando il virus non sarà più un pericolo e voi tedeschi, olandesi, nordici in generale, sopraffatti dallo squallido grigiore delle vostre città, dal piattume sbiadito dei vostri panorami, dall’infamia dei vostri climi, per sfuggire all’alcol e alla depressione che vi opprimono, per evitare di incrementare la statistica dei suicidi vorrete rigenerarvi con la bellezza, con l’arte, con il genio, con l’allegria, con il sole e con la pizza, tornate pure in Italia, noi vi accoglieremo come sempre con un sorriso e una pacca sulle spalle, ma non dimenticate di portare i soldini, tanti soldini, perché noi abbiamo memoria e non facciamo sconti, siamo orgogliosamente italiani.