Home ALESSANDRO BIRINDELLI Il fiume Pescia di Pescia 2 | Alessandro Birindelli

Il fiume Pescia di Pescia 2 | Alessandro Birindelli

Lo scopo di questo articolo e di quelli che seguiranno è conoscere meglio il nostro fiume, le sue sorgenti, i suoi affluenti e le valli che lo ospitano; perché la storia della nostra città è intimamente legata al torrente che l’attraversa e che ne ha condizionato la configurazione urbanistica e lo sviluppo economico.

Nell’articolo precedente abbiamo parlato delle valli che ospitano il Pescia di Pescia, delle antiche vie di collegamento con il Nord Italia e della viabilità in Valleriana; proseguiamo con la conoscenza del nostro fiume.

 

origine del nome del fiume – sorgenti del fiume e rami principali – Geoscopio e Ca.Sto.Re.

 

Durante il V secolo d.c. la Toscana fu sottoposta al dominio dei Goti e degli Ostrogoti, quindi giunsero i Bizantini; intorno al 570 invece fu conquistata dai Longobardi che sottomisero anche le importanti terre lucchesi; essi regnarono su questi territori per altri duecento anni fino alla morte di Re Desiderio, il cui nome leggendario ritroviamo nella storia della nostra città: a lui sarebbe stata intitolata l’originaria porta Reale, ubicata nel punto in cui l’attuale Ruga degli Orlandi diventa Borgo della Vittoria, l’antico Borgo San Furello; inoltre il primitivo sistema di guado della zona paludosa di Squarciabocconi, situato lungo il torrente Pescia di Collodi e demolito dai Longobardi, sarebbe stato poi ricostruito da Re Desiderio nel 757. Nei primi anni di dominazione i Longobardi dimostrarono il loro carattere violento; in seguito, a causa della conversione al Cristianesimo e grazie alla convivenza con i discendente dei Romani, fu dato inizio ad un lungo periodo di progresso in cui furono costruiti nuovi borghi e nuove strade, tra cui la via Romea poi detta via Francesca allorché i Franchi si sostituirono ai Longobardi. Pescia è quindi sorta sui resti di un insediamento longobardo ed è verosimilmente il fiume ad aver attribuito il nome alla cittadina e non il contrario; il termine “pehhia”, rinvenuto in documenti della metà dell’VIII secolo, in longobardo significa “torrente di modeste dimensioni”; pehhia è stato poi trasformato in “pescia”; alla diffusione di quest’ultimo vocabolo avrebbe comunque contribuito la somiglianza con “piscis”, termine latino che significa “pesce”.

A conferma della derivazione longobarda del nome del nostro fiume e quindi della nostra cittadina, gli esperti rilevano che in Toscana e in zone limitrofe si trovano torrenti o paesi con nomi molto simili a Pescia; alcuni esempi: Pescia è un immissario del Lago Trasimeno presso Castiglione del Lago; a Castelfiorentino si trova il rio Pesciole che sfocia nell’Elsa; Pesciola e Pescioline di Sticciano sono sempre affluenti del torrente Elsa; Spesce è una località in val Trebbia a Genova; Spescia è una località in provincia di Forlì-Cesena; il rio Rispescia si trova nell’omonimo paese in provincia di Grosseto; il rio Tripesce è in provincia di Livorno; il torrente Pesciola è nel comune di Borgo San Lorenzo; il torrente Pessola si trova in provincia di Parma; il fosso Piscina Statua è in provincia di Grosseto; Pescia Fiorentina è una frazione del comune di Capalbio ed il nome del rio omonimo; Pescia Romana è un torrente ed anche una frazione del comune di Montalto di Castro; Pescina è una località sul Monte Morello.

Nella nostra zona, invece, oltre al Pescia di Pescia e al Pescia di Collodi troviamo il fosso Pesciolle e il fosso delle Pescioline; il torrente Pescia Nuova o Pescina, “aperto” dal Granduca Cosimo dei Medici nel 1560: origina dalla Gora del Molinaccio e confluisce poi nella Riserva Naturale della Monaca-Righetti in Padule; il torrente Cessana è detto anche Stan di Pesce; il fosso Pescialina si trova nella valle del Cessana; inoltre un tributario del Cessana, il rio Spinello, è anche detto Stan di Pescino; inoltre Altopascio significa “torrente del popolo”.

 

Il Pescia di Pescia scorre in direzione nord-sud, parallelamente al Pescia di Collodi, che si trova nella adiacente valle ad ovest; l’ultimo tratto del Pescia di Pescia, da Chiesanuova in poi, è diretto invece verso sud-est. Il fiume è lungo circa 25 km di cui 9 situati nella zona montuosa della Valleriana, altri 7 compresi tra Pietrabuona e Alberghi; mentre gli ultimi 9 si trovano a sud della città di Pescia e attraversano i paesi di Chiesina Uzzanese e di Ponte Buggianese, giungendo nel Padule di Fucecchio, di cui rappresenta l’immissario più importante; da qui tramite una serie di canali arriva finalmente in Arno in qualità di affluente sul suo lato orografico destro.

Il fiume Pescia di Pescia nasce da due distinti rami: il primo è il Pescia di Pontito, le cui sorgenti si trovano sulle pendici del M. Granaio, all’incirca ai 900 metri di altezza, e del M. Lischeta, ai 1000 metri; alcuni affluenti nascono a Croce a Veglia, a Poggio Acquaio, al Valico del Monte e al M. Bastia; il Pescia di Pontito attraversa i territori di Pontito, Stiappa e Castelvecchio; oltrepassato Ponte di Castelvecchio fino a Ponte di Sorana è detto anche Pescia di Castelvecchio; il secondo ramo invece è il Pescia di Calamecca, che origina a Calamecca e a Femminamorta, rispettivamente nei comuni di San Marcello-Piteglio e Marliana; attraversa poi i territori di Crespole e Lanciole; dopo Ponte a Coscia assume il nome di Pescia di Vellano; i due rami si riuniscono a Ponte di Sorana formando il Pescia di Pescia o Pescia Maggiore e da qui in poi il fiume transita per Calamari, Pietrabuona, San Lorenzo e Pescia; assume pertanto una conformazione ad Y dove i due segmenti superiori sono situati rispettivamente in val di Torbola e in Alta val di Forfora; il lungo segmento inferiore è situato invece nella val di Forfora Pesciatina e si continua verso il Padule.

 

Le sorgenti più ricche sono quelle del Pescia di Pontito, specialmente a Croce a Veglia: i rii che scendono da Pian d’Ara e Pian di Canapo, al confine con il territorio lucchese di Crasciana, Casabasciana e Brandeglio, hanno abbondanza d’acqua perfino nei periodi di magra; così anche i rii della val di Torbola. Le rocce di quelle zone sono impermeabili e fanno scivolare via l’acqua, mentre nella valle del Pescia di Calamecca sono più permeabili e rilasciano gradualmente l’acqua che può creare un ambiente favorevole per vegetazione e coltivazioni. L’abbondanza delle piogge in Valleriana determina frequenti piene e conseguenti straripamenti. Una pioggia straordinaria fu quella del 21 settembre 1868: in oltre un’ora ne caddero 131 millimetri dopo che per tutta l’estate era piovuto abbondantemente; quella notte il fiume straripò in più punti gonfiando le antiche gore cittadine e i rii del centro città; furono inondate le strade, gli orti in via Mammianese e molte tra cartiere e filande; è ricordata come l’Alluvione di San Matteo durante la quale accadde un episodio che vide protagonista una donna, Agnese Ilaria Sonnoli; a causa della forza delle acque, ella fu strappata dalla sua casa e rinvenuta sana e salva nel letto al davanti di un’antica immagine sacra presso la Croce di Colleviti; qui fu poi eretta una chiesa a ricordo dell’accaduto e posta una lapide che ancor oggi, sul muro della villa antistante, indica il livello raggiunto dall’acqua (1,5 metri).

 

Il portale della Regione Toscana permette di entrare nel sito denominato Geoscopio che fornisce un quadro dettagliato di tutto il territorio toscano, quindi anche della montagna pesciatina e dei relativi corsi d’acqua; è possibile visualizzare e interrogare questo strumento web secondo le esigenze personali e ottenere i dati geografici toscani; il sito utilizza un notevole patrimonio di informazioni di carattere topografico, geologico, cartografico con riprese aeree o anche satellitari; vi sono vari strati informativi in base alla scala che vogliamo esplorare. Inoltre l’impostazione Ca.Sto.Re. (Cartografia Storica Regionale) consente di visualizzare le mappe scansionate dai catasti ottocenteschi, di fare un raffronto con la situazione attuale e di ricavare brevi notizie storiche. Questi siti, in genere utilizzati dagli esperti, sono comunque accessibili liberamente a chiunque voglia saperne un po’ di più del proprio territorio e voglia magari programmare un’escursione.

 

Bibliografia:

– Comitato Rione Ferraia e Comune di Pescia, Convegno di Studi, Pescia: un fiume una città, Pescia toponimo di origine longobarda, prof.essa M. G. Arcamone, 1984

– Pescia ed il suo territorio, M. Cecchi, E. Coturri, TipografiaPistoiese 1961

– Pescia, una città, di G. Salvagnini, Tipografia Cattolica Fiorentina 1975