Eccellenza, come sta la Chiesa di Pescia?
Bene, direi. La Diocesi è costituita da quarantadue parrocchie e il numero dei preti e dei religiosi è sufficiente, al momento, per coprire il servizio pastorale.
Anzi, quasi tre anni fa, abbiamo accolto la richiesta dell’allora arcivescovo di Lucca di servire pastoralmente anche sei parrocchie lucchesi della Valleriana, con grande gioia dei parrocchiani. Si tratta di piccole comunità ma molto vive che rispondono positivamente alle iniziative di preti e diaconi.
Il 2019, e il 2020, sono anni importanti per la Diocesi di Pescia…
Esatto. Dobbiamo riconoscere di avere eccezionali motivi di lode e di riconoscenza come comunità diocesana. Tanti frammenti, tante tessere che compongono un mosaico di straordinaria bellezza. E’ infatti l’anno del Giubileo, la storia cinquecentenaria della Chiesa di Pescia, casa di Dio in mezzo agli uomini di questo territorio.
Una storia che abbiamo voluto di percorrere nelle sue tappe fondamentali con ricerche, memorie, incontri e pubblicazioni di libri. Ma soprattutto un’occasione che ci sta aiutando a rivitalizzare la nostra esperienza ecclesiale, nelle sue strutture e nelle sue attività, per rendere la Chiesa di Pescia sempre più fedele ed adeguata alla missione ricevuta di annunciare e testimoniare il Vangelo sul territorio.
In questo senso, sono stati di grande valore simbolico e di grande stimolo i cantieri per la nuova chiesa di Cintolese con la consacrazione della Chiesa di San Massimiliano Kolbe, e per il restauro e adeguamento liturgico della Cattedrale di Pescia con l’apertura della porta santa il 14 maggio scorso che ha inaugurato l’Anno Santo.
Ma sul territorio è stato fatto anche altro…
Sì, lodiamo e ringraziamo il Signore per il buon funzionamento della Scuola di Formazione Teologica che anche quest’anno ha visto più di 100 iscritti. C’è da rallegrarsi anche per l’avvio del cammino di riflessione della catechesi all’iniziazione cristiana che richiede sempre più il coinvolgimento delle famiglie e dell’intera comunità e per il lavoro del Centro diocesano Vocazionale che sta organizzando momenti di riflessione per giovani che si interrogano sul ministero presbiterale come risposta alla Parola di Dio o, più semplicemente, una vita cristiana impegnata nel sociale, nella politica e nel servizio agli altri.
Quanto alla Caritas Diocesana, sta svolgendo un’importante attività di carità, di condivisione e di accoglienza, spesso in collaborazione con enti e strutture della società civile e del volontariato. Tra tutte ricordo la nascita a Pescia dell’Emporio della solidarietà. L’emporio è un luogo di distribuzione gratuita di generi alimentari di prima necessità. Ha l’obiettivo di sostenere le famiglie in difficoltà che potranno fare spesa utilizzando per il pagamento una tessera punti a scalare. Chi utilizzerà il servizio potrà recuperare autonomia e indipendenza attraverso il semplice gesto di fare la spesa, decisamente più dignitoso che ricevere un pacco alimentare.
A ottobre è iniziato il pellegrinaggio della reliquia di Sant’Alluccio, patrono della Diocesi.
Sì, nelle parrocchie della Diocesi si organizzano momenti di riflessione e preghiera della durata di una settimana o dieci giorni. Al termine, la comunità torna in pellegrinaggio in Cattedrale a Pescia per riconsegnare la reliquia.
E’ un modo per avvicinare o tessere le diverse realtà diocesane, periferia e centro.
Droga e prostituzione sono piaghe contro cui dobbiamo fare i conti, anche qui da noi?
Il territorio della Valdinievole, e più in generale quello corrispondente alla Diocesi di Pescia, è comunque da ritenersi più fortunato di altri.
Sicuramente per la presenza numerosissima di associazioni di volontariato, assistenza e soccorso, culturali e sportive che grazie alle attività programmate ogni anno consentono una buona qualità della vita dei residenti. Anche le amministrazioni sono abbastanza vicine alla popolazione, per quanto i bilanci pubblici lo consentano.
Droga e prostituzione sono mali endemici, ci sono ahinoi! sempre stati. Sono entrambi frutto di un’educazione mancata, volta al rispetto di sé stesso e del proprio partner e ad una sessualità vissuta serenamente in armonia e nella prospettiva dell’amore.
Purtroppo vi è un fenomeno culturale preoccupante, alimentato anche dai mass media, che produce la pornografia e tollera un modo sbagliato di impostare le relazioni tra uomo e donna. Una concezione del sesso che autorizza l’utilizzo dell’altro per sé stesso. Così pure la droga, che rivela il disagio nei confronti della vita o della propria esistenza che viene spesso ritenuta insoddisfacente, per cui è più facile fuggire in un universo infernale dal quale difficilmente si riesce a uscire.
Tutto questo ciò è causa e conseguenza della crisi della famiglia. Dati Istat forniscono un quadro preoccupante; sono ad esempio cresciute a dismisura le famiglie, ce ne vuole a chiamarle così!, costituite da una persona sola, i single. C’è voglia di rimanere eternamente giovani o rimanere individui che possono disporre di sé quando vogliono, “io sono mio”, “faccio del mio tempo quello che mi pare”, “distribuisco nella giornata le mie attività come credo meglio senza dover rendere conto a nessuno”. L’amore di Dio permetterà la riconciliazione e la rinascita.
(Nella foto monsignor Filippini in posa con il quadro della copertina de il Cittadino disegnata da Enrico Parrini per il numero di maggio 2019, che rendeva omaggio ai 500 anni della Chiesa pesciatina)