MAMMA … il desiderio più grande di una donna, la professione più difficile da fare. Quando ero piccola mi divertivo con le bambole e facevo la mamma, come del resto fanno tutte le bimbe, perché simulano la propria: brontolavo la bambola e usavo le stesse parole che mamma Luciana diceva a me. Qualche anno dopo anche mia figlia Matilde faceva lo stesso con le sue…”ora stai ferma qui che la mamma deve fare le faccende, capito? “… A dir la verità la Matilde faceva anche la maestra con le bambole mettendole a sedere tutte in fila, perché dovevano stare attente a quello che lei spiegava, ma questa è un’altra storia. Mamma Luciana e babbo Sergio sono stati tutto il contrario di quello che sono ora in veste di nonni: la Luciana è stata un maresciallo a casa con me e mia sorella, non le sfuggiva niente perché aveva tutto sotto controllo e non diceva sempre sì. Anche il babbo ha fatto la sua parte ma, essendo poco a casa per il lavoro, interveniva poche volte e poi, diciamoci la verità, di solito è la donna che ha il peso più grosso in una famiglia per tutte le mansioni che le competono.
Comunque, quando aveva da dire la sua, anche Sergio interveniva soprattutto per le lotte che ho fatto per poter uscire con i miei amici, per restare nella strada a giocare con i vicini nelle sere d’estate, per tornare ad un’ora tarda pur essendo col fidanzato o per andare a ballare in discoteca di domenica pomeriggio, sì perché usava così ai miei tempi … ai miei tempi tutti quei no della mamma e del babbo mi hanno pesato tanto … TANTO … avrei ribaltato il mondo da quanto ero … contrariata ma ho DOVUTO accettare la loro decisione. Poi da grande, quando mi sono ritrovata nella stessa situazione ma in veste di MAMMA, ho capito l’importanza di quei numerosi NO.
Solo che mia figlia non è me e le sue reazioni non sono state come le mie … e le bisticciate sono ancora all’ordine del giorno. Fortunatamente Matilde, che è la più grande, fino ad ora non ha creato preoccupazioni anche se mi ha messo tante volte alla prova come genitore, perché ha sempre controbattuto e giustificato negativamente ogni mia decisione, ritornando più volte sul motivo per cui dovevo cambiare idea. A volte PURTROPPO l’ha spuntata, perché, devo confessarlo, ho sempre avuto il timore di essere stata TROPPO DURA nei suoi confronti. Ecco l’errore: CEDERE alle loro tentazioni. Credo che sia proprio questo lo sbaglio della mia generazione di genitori e di tutti quelli dopo di me. Quando sono a scuola mi confronto spesso con i miei colleghi, che hanno figli di diverse età, e mi conforta il fatto di avere preoccupazioni comuni. La regola da tener presente è per tutti la stessa: perché i nostri figli crescano responsabili dobbiamo mantenere salda la NOSTRA RESPONSABILITÀ di genitori. Responsabilità è SAPER ATTRIBUIRE A CIASCUNO IL SUO: quindi riconoscere il proprio ruolo di genitori e di figli, riconoscere i propri limiti e le proprie colpe, riconoscere le conquiste e i meriti altrui.
Mi capita a volte di vedere in televisione, o di leggere i suoi articoli sul giornale, il professor Crepet che parla spesso del rapporto genitori-figli: afferma che noi genitori non abbiamo più figli ma piccoli Budda a cui noi siamo devoti e per cui loro possono fare tutto! Questa affermazione fa un po’ discutere e proprio per questo siamo costretti a farci domande del tipo CHE GENITORE SONO IO?