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Il restauro della Cattedrale in un libro di Banca di Pescia e Cascina. Le foto di Claudio Minghi | Banca di Pescia e Cascina

La Cattedrale di Pescia è un organismo vivente, in continua trasformazione, sin dalla sua prima edificazione”. “La scelta dei colori, dei materiali e delle luci hanno contribuito a mettere in equilibrio un progetto che è riuscito a far convivere modernità e contemporaneità con antichità e tradizione”.

Lo ha detto Roberto Filippini, vescovo di Pescia, venerdì in Sala Rossa in Vescovado, alla presentazione del volume “La Cattedrale di Pescia. Un cantiere di architettura e arte”, la preziosa pubblicazione che Banca di Pescia e Cascina ha finanziato in occasione dei 500 anni dalla fondazione della Diocesi di Pescia e della recente riapertura della chiesa Cattedrale, dopo circa 2 anni dall’inizio dei lavori di restauro e adeguamento liturgico del nuovo presbiterio.

Si tratta di un volume unico, edito da Pacini Editore, curato da Giuseppina Carla Romby, già professore ordinario di Storia dell’architettura presso l’Università degli Studi di Firenze. Ospita gli interventi di Monsignor Filippini, del presidente di Banca di Pescia e Cascina Franco Papini, di Paolo Vitali su La biblioteca nel palazzo capitolare di Pescia, Maria Cristina Masdea su Un percorso attraverso il patrimonio artistico della Cattedrale, Antonella Galli su Bellezza e stupore, Fabrizio Rossi Prodi su Luce rifratta. Il progetto di adeguamento liturgico.

Le foto della cerimonia in fondo all’articolo

Erano presenti, con monsignor Filippini, il presidente e il direttore di Banca di Pescia e Cascina Franco Papini e Antonio Giusti, lo storico Amedeo Bartolini, il professor Paolo Vitali, il direttore dell’Ufficio Beni Culturali della Diocesi Francesco Gaddini, l’architetto Antonella Galli, il sindaco e vice sindaco Oreste Giurlani e Guja Guidi, don Amleto Spicciani e tantissimi curiosi.

500 ANNI

Nel 2019 ricorrevano i 500 anni dalla fondazione della Diocesi di Pescia. Il 15 aprile del 1519, con la bolla Sacri apostolatus di papa Leone X, fiorentino di casa Medici, per intercessione di monsignor Baldassare Turini, Pescia fu elevata al rango di “prepositura nullius dioecesis”, sottratta alla giurisdizione ecclesiastica di Lucca e resa soggetta alla Santa Sede.